Bottiglia Nome: La mappa degli eventi Corpo in gres a grana media modellato al tornio Ingobbio: caolino/ball clay 50/50 + Ossido Ferro Rosso 8% Smalto Dry Yellow Ochre di John Jelfs (tutto il carb. Ca sostituito da cenere di legna lavata) Cottura: in forno a legna - Cono 10 - Riduzione La cottura in forno a legna, a cono 10, in ambiente riducente.
Il ferro vira sui toni del rosso dove lo smalto è piū sottile e sente l'ingobbio sottostante. La cenere si deposita dove può producendo macchie gialle e una chiazza verdognola piū lucida dove piū spessa. Lo smalto ha una composizione derivata dal Dry Yellow Ochre di J. Jelfs in cui tutto il carbonato di calcio è sostituito da cenere di legna lavata. La cenere da un maggiore apporto di impurità oltre alla sua diversa composizione rispetto al carbonato di calcio. L'ingobbio, a base di caolino e ball clay, contiene un 8% di ossido di ferro. L'applicazione dello smalto - allo stato molto liquido - è avvenuta a colaggio, ne risulta uno spessore non uniforme, da sottile a sottilissimo. La forma, oltre a determinare la colatura dello smalto, definisce le aree sulle quali può depositarsi la cenere durante la cottura. Le chiazze gialle sulla parte superiore delle spalle, la parte più esposta, denunciano tale modalità. Il materiale del supporto ceramico (corpo) è un gres a grana media il cui carattere, dato lo spessore molto sottile del rivestimento, si mostra al tatto e alla vista. Ricetta originaria proposta da J. Jelfs Ricetta utilizzata Feld. K. 35 35 Carb. Ca 23 - Cenere di legna. 12 35 Caolino 30 30 Ocra gialla 5% 5%
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Sulla sperimentazione intorno e dentro allo smalto jun, nel forno di novembre. Cottura in casella: Un confronto.
Tradizionalmente nella ceramica jun i pezzi vengono inseriti singolarmente nelle caselle, che, pertanto, hanno dimensioni interne di poco superiori a quelle del pezzi stessi. Le pareti delle muffole e delle caselle sono spesse e, durante la cottura, assorbono molto calore con due conseguenze: rendono la temperatura di cottura più uniforme al proprio interno e rallentano la fase di raffreddamento; nella ceramica jun quest'ultimo aspetto sembra rilevante, infatti, durante il raffreddamento si formano i cristalli che ne determinano l'aspetto e il colore. Il raffreddamento è parte integrante del processo di cottura. Durante questa fase lo smalto, che si è fuso durante il riscaldamento, torna a solidificare. Le modalità di raffreddamento hanno conseguenze sulla struttura dello smalto e, quindi, sul colore, sulla superficie, sulla sua stessa natura. Del colore azzurro e delle modalità con cui viene fuori parlerò in seguito perché è un argomento complesso e affascinante e merita una riflessione a parte. Abbiate pazienza, ci sto lavorando. Le tre ciotoleNella cottura di novembre ho infornato tre ciotole realizzate con la stessa argilla, una refrattaria bianca; rifinite con lo stesso ingobbio contenente 5% di ossido di ferro rosso e smaltate con lo stesso smalto jun. Su tutte e tre ho aggiunto colature di smalto tea dust sul bordo. Una combinazione ormai classica del mio repertorio. Una delle tre è cotta in casella ed è quella più scura. Le alte due, necessarie al confronto, erano disposte in punti diversi del forno per valutare eventuali differenze. Le differenze, in effetti, ci sono. Quella cotta in casellaLa sorella cotta all'apertoConfrontoLe differenze principali sono due e riguardano il colore dello jun: più scuro in quella cotta in casella; e l'effetto delle colature di tea dust: nella cottura in casella prendono un tono nero appena venato di macchioline dorate. Inoltre, sempre la ciotola cotta in casella, a uno sguardo più attento (o a immagine ingrandita) presenta una diffusa puntinatura lattiginosa, come nebbia. Secondo me si tratta di cristalli di wollastonite (silicato di calcio) formati durante il raffreddamento ma, come dicevo, di questo parlerò in seguito. La terza ciotolaLa terza ciotola, che mi piace per il suo bordo esterno grezzo, scolorito, a contrasto con l'interno dal colore pieno e tessitura morbida e compatta, dimostra come lo jun assottigliandosi perda la tonalità azzurra per virare verso un grigio-verdastro e diventare, infine, trasparente dove molto sottile. Del resto, ai fini del confronto con la cottura in casella, aggiunge poco. Confronto - Dettaglio spintoE' possibile che anche lo jun della ciotola cotta fuori dalla cesella presenti cristalli biancastri, meno evidenti sulla matrice azzurro chiaro. Ma comunque non hanno la consistenza e la diffusione di quelli dello smalto cotto in casella. InfineTutte e tre le ciotole sono state acquistate nei mercatini di Natale.
Mi fa piacere averle vendute perché ciò dimostra quanto siano state apprezzate. Naturalmente mi dispiace anche essermene privato ma il mio dispiacere è una questione privata. Ecco! Sono pronto, le ciotole, le tazzine, le piastrelle, i don'buri preparati nelle ultime settimane sono ingobbiati, biscottati, smaltati e infornati, ora devo solo accendere il gas. Con un filo di apprensione sta volta; i pezzi sono quasi tutti fatti su ordinazione e c'è una bella differenza rispetto alle infornate composte da pezzi che poi si vede, da faccio come mi pare, da provo questa ricetta di smalto o questa combinazione di smalti e vediamo cosa ne esce. Adesso chi li ha chiesti sti pezzi ha delle aspettative e pure a breve. Sotto ci sono le foto dell'infornta piano per piano, mentre carico il forno: Quelle due yunomi azzurre sulla destra non sembrano già cotte, lo sono; solo che lo smalto (uno smalto jun) non era maturato bene. Si, si tratta di una ricottura. Va bene, poco elegante, ma lecito, secondo me. Intanto si fa buio e devo usare il flash Ero incerto: lo presento, non lo presento; lo presento? ma è difettato! non devo venderlo, lo presento? si, lo faccio. lo faccio perché secondo me ha un motivo di interesse. Del difetto dirò alla fine. In effetti niente di nuovo, un piatto del diametro di 26 cm; foggiato al tornio con gres grigio; ingobbiato con una pennellata di bianco tipo hakeme; decorato con schizzata e macchia di iron stain; smaltato con quello smalto a base di cenere ricavato dalla tradizione coreana di cui ho già parlato, dato sottilissimo e poi rinforzato con un secondo velo solo su una parte. Ecco, il motivo di interesse di cui dicevo è nella risposta che da una minima differenza di spessore dello smalto. Cerco di darne un'idea più precisa con un ingrandimento, devo avvertire, però, che a me sembra, osservando la foto, che la zona con lo smalto più sottile non appaia per come è dal vero, a differenza della parte più lucida, con lo smalto un po' più spesso, che risulta più fedele all'originale. è un peccato perché la parte più arida, secondo me, è più bella o quantomeno più interessante. Il difetto è venuto fuori al secondo fuoco,
la crepa è piccola ma c'è. Il punto, naturalmente, è cercare di capire cosa è successo. Ci sto pensando, potrebbe trattarsi di un difetto di foggiatura, un punto debole che ad alta temperatura ha ceduto, oppure il problema è dovuto all'argilla che in effetti è un po' vecchia, usata e riusata rigenerandola più volte col risultato che, impastata male, ha perso parte della necessaria plasticità. sulla difficoltà di apprezzare l'oggetto dalla foto ho già detto, ma lo ripeto perché in oggetti come questi la qualità della materia di cui sono fatti è l'elemento che più li caratterizza. Quindi un altro vassoio; un vassoio, due errori... ne è venuto fuori comenque un oggetto interessante. Vediamo. realizzato con un gres rosso (molto ricco di ossido di ferro rosso, mooolto) e chamottato; una bella grana; le dimensioni: 27x37 ca (cm); la texture: a spatola; la forma: i bordi erano rialzati come in un vassoio, appunto, ma questo gres, ad alta temperatura si ammorbidisce troppo e i bordi sono venuti giù. Avrei dovuto usare dei supporti esterni. (primo errore). l'ingobbio: bianco dato a pennellate grezze; in realtà troppo sottile e quindi la base bianca si è quasi completamente persa ed è venuto fuori il ferro. In questo modo, le tre oche in volo disegnate al centro non si vedono quasi più. (secondo errore). gli smalti: c'è irabo molto sottile su tutta la faccia superiore; in più c'è una sottile striscia (una pennellata) di jun su uno dei bordi, quello in basso nella foto sopra. Qualche cosa è uscita, il forno si è comportato bene e ha raggiunto la temperatura in 8 ore giuste giuste, io sono andato un po' meno bene: ho dimenticato di dare una mano di allumina su una delle lastre del forno così ho rovinato qualche ciotola che ha lasciato pezzi di piede incollati alla lastra... peccato, poi credo di aver fatto correre troppo il forno nell'ultima parte, da 1220°C a 1265°C col risultato che lo smalto jun di un paio di tazze non è maturato. Detto questo, il resto sembra ok, la riduzione è buona, gli smalti più o meno bene... senza quella dimenticanza dell'allumina sarebbe stata una normale infornata. Sabato mattina, quando ho aperto il forno c'era un bel sole.
Purtroppo ho portato tutto al mercatino il giorno dopo e per fortuna qualcosa ho venduto e non sono riuscito a fotografare tutti i pezzi, i piatti, per esempio, non li ho documentati. Non è ancora finito nulla, tutto è quasi pronto. Mancano le finiture del forno e del laboratorio; devo portare e sistemare tutto: materiali, smalti, contenitori, pennelli, bacinelle, spugne, miscelatore... ma non c'è più tempo per fare le cose con calma, se tutto va bene presto collauderò il nuovo forno, portando l'essenziale, come quando si cambia casa e i primi giorni si sta con le lampadine appese al soffitto, i materassi poggiati a terra e le cose negli scatoloni perché non ci sono ancora tutti i mobili... ma si sta, in qualche modo si fa. Del resto, dentro questo "in qualche modo" molto spesso si nascondo risorse insospettabili. Quindi eccomi qua. A seguire gli interni: il forno e il laboratorio. sia detto: me la sto facendo sotto!
l'inaugurazione di un nuovo forno è cosa delicata, ci sono dei rischi che solo in parte possono essere previsti e calcolati. Comunque inizierò con una cottura a gas muovendomi, così, in un ambito meno ignoto. Vedremo, vi terrò aggiornati. Ok, ci siamo quasi, gli ultimi ritocchi e il nuovo forno sarà pronto alla prima infornata. Certo mancano ancora le rifiniture: il rivestimento il lastre di acciaio, il tettuccio, le grate per la cottura a legna, insomma non posso dire che sia compiuto ma pronto a lavorare si, questo si. E non è una differenza da poco. Il 13 marzo ci sarà un piccolo evento, si tratta di un mercatino per raccogliere fondi in favore dei bambini vittime del terremoto e dello tsunami del marzo 2011. Gli obiettivi, oggi, a cinque anni dalla tragedia, sono anche più ampi e presto ne parlerò in modo più approfondito; intanto c'è che mi hanno invitato e quest'inverno, proprio a causa dello spostamento del forno, non ho fatto cotture. Quindi ho poche cose e mi devo sbrigare. Allora ecco lo stato dell'arte. Il corpo è fatto, Il telaio pure, grazie a Martino: La volta è fatta. Nella foto a seguire ho scelto una foto in corso d'opera perché mi sembra più interessante. E già che ci sono, presento pure il nuovo laboratorio, anche questo in corso di realizzazione Insomma, scrivo poco ma non si può dire che me stia con le mani in mano!
Sabato scorso ho iniziato a costruire il nuovo forno, progetto alla mano, cataste di mattoni, un frullino, un metro, la matita e... via, uno dopo l'altro i mattoni con cui ho tirato su le pareti della camera di combustione a legna, poi le lastre che sono il pavimento dl forno vero e proprio per adesso mi sono fermato qui Le due asole sul piano delle lastre servono per il passaggio della fiamma dalla camera di combustione a legna alla camera di cottura soprastante. Durante le cotture a gas tutto avviene nella parte superiore del forno e queste aperture saranno chiuse. Senza che mi perdo in chiacchiere la prossima puntata, con l'aiuto delle foto sarò più chiaro. Per questa parte del forno ho usato mattoni refrattari pesanti, quelli che si usano per i forni da pizza o per i camini.
Le lastre sono in cordierite, un allumino-silicato in grado di resistere ad alta temperatura, agli sbalzi termici e con un'ottima portanza di carico. I mattoni in cemento di lato sono la base per il camino, il camino, ecco, questo merita un capitolo a parte. Alla prossima! Oggi, insieme a Martino, che ringrazio, ho iniziato a costruire il nuovo forno. Martino è il padrone di casa, è un fabbro, è uno che sa fare le cose e soprattutto è uno che ha voglia di farle. Già che ci sono, oltre a Martino devo ringraziare la sua splendida moglie, Francesca, che ha avuto e ha un ruolo determinante nel creare le condizioni perché questo progetto si concretizzi. Nell'ultimo post sui forni, ad agosto, avevo parlato del vecchio forno che ho smontato. Oggi inizio a parlare del nuovo forno che stiamo per realizzare. Cominciamo dal luogo: nelle campagne tra Ardea e Aprilia, tra i vigneti; dentro quello che era il recinto esterno di una stalla, sotto un grande olmo Uno sguardo al progetto: le misure, la posizione... ... ben liscia.
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