Instead of self-expression, I'm involved in self-alteration John Cage I classici vanno copiati, interiorizzati, rielaborati;
che poi, a ben vedere, sono anche loro a rielaborare noi. E si torna a John Cage.
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La cosa che sta cambiando nel mio lavoro è il rapporto con il rivestimento e la decorazione dei pezzi. Può sembrare che ormai da tempo faccia sempre le stesse cose, è vero, talmente vero che mi sono chiesto anch'io se non mi fossi infilato in un vicolo cieco. Ma non è così. Non credo. Non potevo continuare a sperimentare nuovi materiali e nuove ricette di smalti. Già da tempo... a pensarci ora appare ovvio... da tempo ho costituito una mia paletta di colori, ho trovato i miei smalti eppure continuavo a cercare, o immaginavo di farlo, girando intorno alle stesse cose. In fondo si tratta di un passaggio fisiologico: una volta acquisti gli strumenti, le tecniche di base, si deve passare allo sviluppo e alla maturazione di un proprio modo di usarli. Poi, certo, qualcosa di nuovo qua e là non me la faccio mancare. In questo piatto, ad esempio, non c'è granché di nuovo nella composizione del rivestimento: si tratta di una sovrapposizione di tre smalti, anzi quattro; c'è prima uno smalto feldspatico (choseki) molto sottile e con un po' di ferro dato sul pezzo ancora crudo, poi, sul biscotto la combinazione di un tenmoku bruno molto terroso (TKTG) come base, una spirale leggera di tenmoku lucido nero nella parte centrale e gocce di tea dust. La spirale centrale è troppo leggera e appare solo un area molto ristretta proprio al centro contornata da un vago alone che gli fa un mezzo giro intorno. Le gocce, ben evidenti, sporcano dando carattere e naturalezza al piatto. Insomma, oggi il lavoro non riguarda la composizione degli smalti ma il gesto con cui dare la pennellata a spirale o quello con cui inserire le chiazze di verde. La cosa bella della ceramica è l'opportunità di divertimento che offre;
solo così posso definire lo spirito con cui ho realizzato queste tazzine; e non mi sembra poco. Piccoli oggetti, senza pretese. Lavoro con leggerezza provando sovrapposizioni di smalti; le tazzine diventano provini, poi restituiscono quel senso di spensieratezza del gesto. Spero che sia questa la loro qualità. Il forno di oggi (giovedì 9 marzo), un po' inatteso, anche per me, un po' di corsa, quindi. Affrettato non tanto per l'evento di domenica ma per recuperare tempo su alcune richieste che sono rimaste inevase a causa della pausa forzata di gennaio. Allora, eccomi qua. Dentro ci sono alcuni pezzi già cotti, si tratta, evidentemente di ricotture; smalti che non sono maturati nella precedente infornata. Non so se si tratta di una tecnica ortodossa ma che importa? In passato ha funzionato e poi le cose non ortodosse a volte hanno qualcosa da insegnare. La foto del Livello 4, così come quella a carico completo in testa, evidenziano una zona vuota. In realtà, dopo aver scattato le foto ho aggiunto un altro pezzo; poi, chissà perché non ho rifatto foto. Comunque quello spazio è rimasto parzialmente vuoto perché lì entra l'asta del pirometro. |
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Ottobre 2023
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