nei precedenti post sugli ingobbi abbiamo introdotto alcune formule:
la ricetta base proposta da Hansen;
la ricostruzione di ingobbi in bianco della tradizione giapponese;
in ogni caso
escluso l'ingobbio costituito dalla semplice argilla liquefatta (slip)
si deve constatare che gli ingredienti di base di un rivestimento non smaltante sono gli stessi di uno smalto:
argilla o materiale stabilizzante; silicio, come vetrificante, e fondente.
Allora, cosa distingue un ingobbio da uno smalto?
qual'è il limite tra i due rivestimenti?
alla prima domanda è più facile rispondere,
in generale è la quantità relativa di argilla che determina la differenza;
alla seconda domanda si direbbe che non c'è una risposta,
quanto meno non una risposta univoca.
Esiste, infatti, una zona incerta tra un ingobbio fortemente caratterizzato dalla presenza di argilla e uno smalto dal molto vetroso e privo di componente argillosa,
in questa zona ci sono rivestimenti che alcuni chiamano ingobbi vetrosi e altri chiamano smalti aridi (dry)
un confine universalmente riconosciuto non esiste,
anche se in giro si trovano ipotetici limiti:
ci deve essere almeno il 30% o il 40% o il 50 % di argilla perché sia un ingobbio...
in realtà le cose possono cambiare in funzione degli altri componenti
o dal punto di vista
o meglio dal parametro scelto
ad esempio la quantità di argilla
la permeabilità
la vetrosità/opacità della superficie
insomma, tralasciando a mera terminologia e i tentativi di definizione numerica
bisogna lavorare per capire la correlazione tra i materiali e il modo in cui lavorano insieme
più che i rispettivi confini