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Buon Natale

21/12/2014

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La pubblicazione dei post riprenderanno il prossimo gennaio
auguri di buon Natale
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una tavola di legno
qualche palla
un filo di lucine e ...
360 buchi!
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Ingobbi 1

19/12/2014

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Riprendo uno degli argomenti andati perduti 
mi spiace riproporre cose già dette
del resto è seccante anche questa premessa, ormai
però, come ho già spiegato in altre circostanze
credo sia giusto avere a disposizione sul blog
(e poi sul sito, quando avrò sistemato il Glossario)
gli argomenti tecnici di base.
Quindi riprendo e ripropongo , da oggi, la serie sugli ingobbì.

Premesse
l'ingobbio (engobes in inglese) è un rivestimento a base di argilla che si applica sulla superficie dei pezzi 
in varie fasi della lavorazione - come vedremo -
principalmente per motivi decorativi.
Con gli ingobbì, infatti, è possibile modificare il colore della superficie del pezzo e
di conseguenza, il colore dello smalto eventualmente sovrapposto
consentono tecniche decorative come quella dell'incisione
modificano la struttura superficiale (la texture) o
sarebbe meglio dire la tessitura superficiale
consentendo, così, non solo interventi decorativi ma anche funzionali;
insomma, come cercherò di spiegare, sono uno strumento molto importante nella produzione ceramica.
E' un argomento complesso ed articolato
che perciò non sono in grado di sviscerare ed esaurire
mi limiterò, come al solito, 
a quello che ho imparato e che, forse, ho capito.
Chiudo questa premessa chiarendo una questione linguistica;
spesso nei testi in lingua inglese si trova la parola slip
ecco, la differenza tra slip ed engobes
fondamentalmente sta nel fatto che la slip è praticamente l'argilla disciolta in acqua, diciamo che si avvicina a quella che chiamiamo barbottina 
pertanto ha un contenuto di argilla superiore agli engobes i quali, spesso contengono fondenti, quarzo, feldspati, diverse argille miscelate
insomma, si tratta di impasti che si avvicinano, da una parte
agli stessi impasti con coi sono realizzati i pezzi 
dall'atra, alla composizione degli smalti,
tanto che il confine tra smalti e ingobbì non si può tracciare in maniera univoca e oggettiva.
Ma di tutto ciò parlerò dalla prossima volta.

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Lavori in corso

18/12/2014

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Ho ritirato i pezzi biscottati
Li sto esaminando
C'è qualche cosa che ancora non avevo censito qui nel blog
come questa coppia di ciotole
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Sopra appena tornite, prima della rifinitura, di fianco e sotto il biscotto
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Le abbiamo preparate per una coppia di amici
quindi, probabilmente, non rientreranno nella sperimentazione sugli smalti originari a base di cenere
vediamo
pensavo ad un celadon ma non ho ancora deciso
purtroppo ho ancora tempo per farlo
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Tazzine da sakè

17/12/2014

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Due tazzine da sakè (ochoko)
rivestite con smalto shino
ricordo del viaggio in Giappone
peccato, non abbiamo la bottiglietta del servizio (tokkuri)
ma, almeno c'è il sakè...
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Ci sono due pesci

16/12/2014

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«Ci sono due giovani pesci che nuotano e a un certo punto incontrano un pesce anziano che va nella direzione opposta, fa un cenno di saluto e dice: "Salve, ragazzi. Com'è l'acqua?" I due pesci giovani nuotano un altro po', poi uno guarda l'altro e fa "Che cavolo è l'acqua?"».
David Foster Wallace

Solo per dire che i periodi di (forzata) inattività
anche se possono sembrare effetto di cause esterne
(anche se sono effetto di cause esterne)
consentono uno sguardo più distaccato su ciò che sto facendo
come se il lavoro che vedo sviluppato qui sul blog
o nei pezzi in lavorazione
sia il lavoro di un altro
e questo aiuta perché puntato sul lavoro
mi capita di non vedere quello che ho intorno.
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Il Feldspato

13/12/2014

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Prima di procedere con la descrizione degli smalti
credo sia necessario dire due parole sul feldspato
perché, almeno in Giappone, sembra che l'introduzione di questo materiale abbia prodotto un importante salto in avanti nella produzione degli smalti.
Ho dovuto fare quell'inciso sul Giappone perché in Cina le cose 
almeno dal punto di vista storico, appaino più complesse;
c'è tutta un'ampia categoria di antichi smalti cinesi che furono catalogati come "feldspatici" che però 
sottoposti ad analisi chimica con tecniche moderne
si sono rivelati di natura diversa
oggi si pensa che, in realtà, siano composti da roccia silicea e cenere.

Ma torniamo al feldspato
Phil Rogers lo considera il "corpo" dello smalto
mentre la cenere sarebbe il "carattere"
visto che il primo è stabile, costante nei risultati e consistente
al contrario della cenere che ha un carattere piuttosto variabile.
La fortuna del feldspato, quindi,
si direbbe che sia dovuta a diversi fattori
il primo, è proprio quello a cui ho appena fatto riferimento:
si comporta sempre allo stesso modo, non riserva sorprese;
il secondo riguarda la possibilità che offre di produrre smalti trasparenti, compatti, lucidi, vetrosi
uno smalto vero e proprio
i vantaggi, rispetto ai primi smalti di cenere o di cenere/argilla
sono evidenti
il rivestimento vetroso e trasparente o semi-trasparente consente nuove possibilità decorative come i disegni ad ossido sopra e sotto smalto;
inoltre, è di facile reperibilità;
ottimo alle temperature da gres
insomma, gli smalti feldspatici già nel XVI secolo, praticamente appena introdotti in Giappone, sono diventati i grandi protagonisti della produzione ceramica di quel paese;
tutto ciò rende il feldspato il principale componente degli smalti ad alta temperatura.

Il feldspato è un prodotto della decomposizione delle rocce ignee
contiene silicio e allumina oltre ad alcuni alcali
generalmente la tipologia di alcali distingue i vari feldspati
ne esistono circa venti tipi differenti 
per i ceramisti, quelli fondamentali sono due
l'ortoclasio o feldspato di potassio K2O.AL2O3.6SiO2
l'albite o feldspato di sodio Na2O.AL2O3.6SiO2
bisogna dire che gli alcali contenuti nei feldspati
a differenza di quelli che sono nella cenere
non sono solubili;
in generale feldspati di potassio e di sodio si comportano in maniera molto simile
e si possono considerare quasi intercambiabili
il feldspato di sodio fonde a temperature di 1100°C - 1150°C e può essere volatile oltre i 1200°C, tende a fornire smalti un po' più trasparenti;
il feldspato di potassio fonde oltre i 1200°C e risulta generalmente più viscoso e opaco;
spesso i feldspati contengono sia sodio che potassio e vengono classificati in funzione di quello prevalente;
ovviamente, meno è raffinato e più saranno le impurità presenti;
i feldspati sono estratti in molte zone in tutto il mondo e 
ogni cava ha le proprie caratteristiche peculiari,
per quelli che sono i nostri usi è, comunque, sufficiente distinguere ortoclasio e albite;
quando nelle ricette, soprattutto di derivazione anglosassone o giapponese, si parla genericamente di feldspato, generalmente ci si riferisce a feldspati di potassio;
dato l'alto contenuto di allumina gli smalti contenenti feldspati non hanno la tendenti a colare, almeno fino ai 1300°C;
la composizione dei feldspati è molto vicina a quella degli smalti per le alte temperature
infatti, c'è dentro il silicio come vetrificante
l'allumina come stabilizzante e
gli alcali come fondenti
nei prossimi post vedremo che, in effetti, si possono realizzare - e storicamente si sono realizzati - smalti con feldspati quasi puri
solo con piccoli aggiustamenti.


Oltre ai due feldspati di cui sopra
ci sono diversi materiali, simili chimicamente ad essi,
spesso presenti nelle ricette degli smalti
si tratta di felspatoidi e
siccome alla categoria appartengono pezzi grossi come
la cornish stone e la nefelina sienite
sarà meglio dedicare ad essi un post a parte.
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Monocottura 5 - Preparazione dello smalto e smaltatura

12/12/2014

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Con questo capitolo chiudo, almeno per adesso, il ciclo sulla monocottura;
ci tornerò la prossima volta che ci capiterà di fare un'infornata a cottura singola provando a verificare quanto ho raccontato fin qui.
Quindi, oggi i temi sono due:
preparazione degli smalti e modalità di smaltatura.
La preparazione,
qui c'è poco da dire di più rispetto alle consuete procedure:
miscela a secco dei componenti, diluizione in acqua, passaggio a setaccio;
se, però, si volesse aggiunta la bentonite (post del 5 dicembre scorso) 
allora bisogna fare attenzione perché si possono formare dei piccoli fiocchi o filamenti grigi in sospensione sulla superficie dello smalto,
per evitare questo problema si può operare in vari modi:
- se lo smalto è ancora da preparare, allora conviene aggiungere anche la bentonite a secco prima di diluire il tutto in acqua;
- se lo smalto è già pronto ma non c'è dentro la bentonite, allora, prima di aggiungerla conviene trattarla separatamente tenendola in ammollo in acqua per alcune ore, oppure, in alternativa, se non c'è tempo per aspettare che la bentonite si idrati, è possibile mescolarla in poca acqua con un minipimer.
Infine, ripeto quanto già detto, la cosa principale è il contenuto d'acqua;
perché l'argilla del pezzo assorba in fase di smaltatura la minor quantità d'acqua è importante che lo smalto sia denso, più denso possibile, compatibilmente con le modalità di applicazione e con lo spessore voluto;
sicuramente più denso di quanto non sia quando, lo stesso smalto, è applicato sui biscotto.
L'applicazione,
in generale può avvenire in tutti i modi consueti:
per immersione, versando lo smalto sul pezzo, a pennello, a spray;
ho già parlato del momento per smaltare,
se lo si fa a durezza cuoio è bene non anticipare troppo;
lo spessore dipende dalle esigenze ed è condizionato dalle modalità di applicazione,
è chiaro che la tecnica a spray consente l'applicazione di strati molto sottili che possono essere sovrapposti senza grossi problemi
anche perché si asciugano rapidamente;
l'immersione credo sia il modo più rischioso perché il pezzo appena smaltato assorbe acqua e diventa fragile, inoltre è più difficile controllare lo spessore;
l'applicazione a pennello è una via di mezzo e, con un po' di pratica, consente più o meno le stesse cose dello spray. Quando dico, con un po' di pratica, non mi riferisco tanto alla mano che usa il pennello quanto a quella che intanto maneggia il pezzo.
Per quanto riguarda lo spessore,
poiché, molto spesso, gli smalti da monocottura contengono quantità importanti di componente argillosa (caolino, bentonite, terracotta, ball clay, ecc) lo spessore dello smalto umido può apparire maggiore di quanto realmente non sia a causa della tendenza delle argille a rigonfiare quando è imbevuta d'acqua.
Infine, ripeto uno dei concetti principali della smaltatura di pezzi ancora crudi:
smaltare un lato (interno/esterno) alla volta e aspettare che si asciughino completamente, parete del pezzo e smalto, prima di smaltare l'altro lato.

Detto ciò,
se qualcuno, avendo provato la monocottura o lavorandoci abitualmente, volesse condividere la propria esperienza
può scrivere e raccontare.
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Schede per un album

11/12/2014

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Sto pensando di preparare un album che raccolga le schede dei pezzi in qualche modo rappresentativi della nostra produzione;
qualcosa da far vedere a chi voglia sapere cosa facciamo e come lo facciamo.
Non so bene come impostarlo,
è chiaro che dipende da chi poi lo dovrà aprire,
non so quanto indugiare su questioni tecniche o se dedicarmi di più agli spetti descrittivi.
Dovrò fare qualche simulazione.
Vediamo

L'idea o il progetto

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Dallo schizzo iniziale;
a questo punto, di solito, è già deciso quasi tutto, 
sicuramente la terra,
spesso anche il rivestimento
ma non sempre.
In questo caso sapevo che avrei usato il grès grigio antracite rivestito con una macchia di ingobbio bianco e smalto coreano sottilissimo.

La realizzazione del corpo

Avevo deciso di realizzare un set da sei pezzi;
la cottura in due fasi: biscottata e secondo fuoco;
l'ingobbio, applicato sul pezzo a durezza osso, è una semplice miscela 50/50 caolino/ball clay;
la biscottatura è fatta in forno elettrico a 960°C.
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Smaltatura e II fuoco

Infine la smaltatura
le caratteristiche dello smalto, in questo caso il coreano - che descriverò a breve nella categoria dedicata agli smalti;
l'uso di uno schizzo di iron stain - di cui dovrò dire più in dettaglio, comunque è una base di ossido di ferro usata per decorare - 
infine le caratteristiche del secondo fuoco:
cottura in forno a gas,
in atmosfera riducente,
temperatura 1260/1280°C,
(cono 9).
Ecco, così credo che la scheda sia completa. Forse devo capire quale aspetto approfondire....

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Tranne quando nuoto

10/12/2014

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“I have been a writer since 1949. I am self-taught. I have no theories about writing that might help others. When I write, I simply become what I seemingly must become. I am six feet tall and weigh nearly two hundred pounds and am badly coordinated, except when I swim. All that borrowed meat does the writing.
In the water I am beautiful.”

Kurt Vonnegut
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In sospensione

9/12/2014

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Purtroppo è una fase difficile, questa
per chi scrive sul blog
insomma, i pezzi sono pronti, a questo punto saranno pure biscottati,
nel frattempo ho deciso cosa fare, come smaltarli;
sto parlando, nel post del sabato, degli smalti di cenere originari
e sono gli smalti che sperimenterò nella prossima infornata,
il punto è che adesso dovrei correre in campagna dove sta il forno e cuocere
ma in questo periodo non posso
e probabilmente se ne riparlerà a gennaio
quindi mi ritrovo sospeso;
mi rendo conto che, per chi viene a leggere queste pagine, 
dei miei tempi e dei nostri problemi organizzativi importi poco
che l'interessante siano i fatti legati alla produzione ceramica
che tutto sommato potrei entrare nell'ordine di idee che se non c'è nulla da dire è meglio non dire nulla
però. come ho già avuto modo di dire,
dal mio punto di vista il blog funge da diario
un diario quotidiano in cui entra tutto ciò che accade
anche se accade che ci ritroviamo forzatamente fermi.
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