Sabato scorso, 25 maggio, ho fatto un forno; una cottura.
Oltre 30 ciotole, tutte più o meno della stessa misura, cosa che al fuochista non piace; meglio caricare il forno con pezzi di misure diverse: si spreca meno volume nella camera di cottura. Il fuochista ci tiene ad ottimizzare gli spazi nel suo forno. Si tratta di un’infornata molto sperimentale. Ho provato nuovi smalti e nuove sovrapposizioni, combinazioni mai provate con l'argilla del corpo o con ossidi coloranti. Ho sperimentato. Il motto, parafrasando il celebre Navigare necesse est, vivere non est necesse di Plutarco, è stato Sperimentare è necessario, replicare non è necessario. Dopo oltre un anno di azzurro avevo bisogno di creare nuovo humus per poi far crescere altre idee. Certo, in ogni infornata ci può essere – e di solito c’è – qualche cosa di nuovo ma si tratta di esperimenti puntuali, circoscritti. Questa volta, invece, il grosso dell’infornata è dedicato a un’idea e alle possibili proposte tecniche per realizzarla. L’idea è tutta dentro una parola: l’autunno. Il compito, allora, è stato quello di sviluppare smalti e composizioni di smalti che rispondessero a questo tema. Non ho ancora sfornato, quindi non so com'è andata. Confido sul fatto che il materiale è tanto e posso sperare di tirare fuori dal forno qualcosa di buono da pubblicare nei prossimi giorni; del resto, chi mi segue lo sa, non ho paura dei fallimenti, soprattutto quando sperimento. A presto.
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Foto degli schizzi preparatori e del pezzo in fase di realizzazione - non ancora smaltato. Le foto risalgono al 2013. Il pezzo è un katakuchi - è tanto che non ne faccio più. Ho sempre avuto chiara l'importanza del disegno preparatorio. Certo, si può lavorare anche senza, avendo in testa il progetto, la forma. Ci si mette al tornio e le mani "tirano su il pezzo", che quasi sembra lavorino in modo autonomo. Un certo automatismo in lavori come quello del tornitore è fisiologico soprattutto per forme che si ripetono, ma per mettere a punto una certa forma che ho in testa oppure se voglio riprodurre un pezzo che ho visto, ho bisogno di disegnare, prima. La fase di studio di una forma è, per me, essenziale e passa per il disegno. Infine, è utile confrontare il pezzo foggiato - magari anche biscottato, come il katakuchi qui sopra - con i disegni preparatori; è utile perché aiuta a mettere in relazione il disegno con la forma tridimensionale che ne deriva: l'intenzione col gesto. |
AutoriVesuvioLab Archivio
Ottobre 2023
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