Un giorno, all'inizio dell'estate, io e un'amica, Laura, stavamo guardando le foto di alcune ciotole di ceramisti giapponesi;
ad un certo punto lei ne indica una: questa è la più bella! mi ha detto. Proprio in quei giorni stavo preparando un'infornata, decido di tentare un'imitazione. Si trattava di una tazza dalla superficie piuttosto grezza, forse c'era sopra solo uno strato di cenere o, più probabilmente, non era smaltata affatto e l'effetto era dato dalla cenere trasportata nel forno riscaldato a legna. Ci penso su; non avendo a disposizione un forno a legna e nemmeno quel genere di argilla ricca di ferro e forse con un certo contenuto di feldspato o derivati di prodotti vulcanici tento una ricostruzione; commettendo, però, un errore. Naturalmente col senno di poi è facile giudicare gli errori. La mia idea era questa, faccio una ciotola con un grès leggermente chamottato per dare ruvidezza alla superficie, la rivesto con uno smalto molto arido a base di terra naturale ricca di caolino e ci aggiungo ossido di ferro. In questo modo speravo di riprodurre una superficie grezza e naturale. Completo il tutto con una pennellata di smalto sul bordo, ho scelto il dry yellow ochre pensando ad un effetto color ocra asciutto e non lucido. Tutto sbagliato. Come succede qualche volta, però, l'errore ha dato come risultato un inaspettato effetto metallico. Mi spiace non essere riuscito a scattare una foto decente. Qui di seguito ne propongo qualcuna, nessuna rappresenta veramente il colore e l'aspetto reali, ma spero di dare un'idea del pezzo.
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Questa coppia è realizzata al tornio, in grès bianco;
prive d'ingobbio; lo smalto è composto dalla sovrapposizione di tre tipi di tenmoku: - fondo di tenmoku tipo Karatsu con terra di Tolfa; - mano di black tenmoku; - schizzi di tea dust tenmoku; la cottura è la solita: cono9 in riduzione; la dimensione è di circa 18 cm alla bocca. Devo dire che non sono piaciute molto, peccato, è una composizione che invece a me piace. Forse va migliorata rendendo più evidente la presenza dei tre smalti cercando, al contempo, di ottenere un aspetto complessivo più "pulito". Ci lavorerò sopra, è un rivestimento che vorrei migliorare e non abbandonare. Questa coppia è realizzata al tornio, in grès rosso chamottato;
l'ingobbio è realizzato con semplici pennellate di bianco dentro e fuori tipo hakeme; lo smalto è composto da uno strato sottile di Dry Yellow Ochre a cui è sovrapposto un velo di smalto Coreano, su alcune aree, soprattutto all'esterno, il rivestimento è così sottile da lasciar trasparire l'argilla e l'efferato, ovviamente, è arido mentre, dove è più spesso, crea chiazze verdastre; la cottura è la solita: cono9 in riduzione; la dimensione è sempre di 18-20 cm alla bocca. Interessante il raffronto con la coppia di don'buri di Disamina 2 che hanno lo stesso rivestimento ma sono realizzate con un grès differente e non hanno la pennellata di ingobbio. In questi giorni sono rimasto bloccato a casa da un'antipatica influenza. Certo ho scritto qualche post in più ma venerdì e sabato erano programmate attività per il nuovo forno. C'era da prendere i mattoni dal vecchio sito per portarli i dove è in costruzione quello nuovo insieme ai mattoni aggiuntivi che ho comprato; il nuovo forno è più grande del vecchio. Purtroppo niente di tutto questo ma tosse e febbre. In compenso parlerò del progetto del forno nuovo. Lo studio di Fattibilità le prime idee... il momento in cui vengono fatte le scelte di fondo: nello studio di fattibilità; siamo ad agosto (2015), i riferimenti sono tre: The Kiln book di Olsen; The art of firing di Lou Nils; la mia personale esperienza. Decido per alcune variazioni rispetto ai progetti, simili ma non uguali, dei due autori. Alcune variazioni sono già sperimentate nel vecchio forno, per tutto quello che riguarda la parte di cottura a legna, be'... qui devo sperimentare (cioè rischiare) Bisogna sapere che le differenze tra il progetto Nils e quello Olsen non sono su aspetti secondari, ma di questo ne dovrò parlare in appositi post perché si tratta di una questione lunga da spiegare. Il progetto Preliminare Nel progetto preliminare si definiscono le cose. Il lenzuolo dell'immagine sotto è il Progetto Preliminare in Revisione A la cui stesura risale a settembre scorso, purtroppo è praticamente infotografabile; il fatto è che di solito uso carta riciclata, questo, ad esempio, è uno di quei fogli di carta velina che si trovano appallottolati dentro le borse nuove, va bene, certo, è grande e non costa nulla, però le foto non vengono bene. Si tratta di definire la corretta geometria e le caratteristiche degli elementi costitutivi del manufatto. Qui è necessario disegnare tutto perché è l'unico modo per individuare errori ed incongruenze. Si definiscono le modalità realizzative delle idee abbozzate e schizzate in fase di studio di fattibilità E ci si appunta tutto, che la memoria poi tradisce. A questo punto ho avuto bisogno di una revisione B del progetto preliminare,
Le fasi progettuali successive sono il progetto definitivo e quello escutivi. Ne darò cenno nei prossimi post insieme a qualche dettaglio costruttivo vero e proprio. Tutte queste coppie di donburi hanno un diametro alla bocca di 18-20 centimetri.
I due pezzi di questa coppia sono realizzati al tornio in grès rosso; non c'è ingobbio; il rivestimento, dato sul biscotto, è competo da uno strato sottile di TKTG (tenmoku tipo Karatsu con terra di Tolfa Gialla) su cui è sovrapposto un nuka dato con un certo spessore; la cottura, come per tutti gli altri, è in riduzione a cono 9. Questa coppia è realizzata al tornio, in grès;
non c'è ingobbio, il rivestimento è composto da uno strato sottile di Dry Yellow Ochre a cui è sovrapposto un velo di smalto Coreano che, dove è più spesso, crea le chiazze grigio-verdi; la cottura è la solita: cono9 in riduzione. Oggi, insieme a Martino, che ringrazio, ho iniziato a costruire il nuovo forno. Martino è il padrone di casa, è un fabbro, è uno che sa fare le cose e soprattutto è uno che ha voglia di farle. Già che ci sono, oltre a Martino devo ringraziare la sua splendida moglie, Francesca, che ha avuto e ha un ruolo determinante nel creare le condizioni perché questo progetto si concretizzi. Nell'ultimo post sui forni, ad agosto, avevo parlato del vecchio forno che ho smontato. Oggi inizio a parlare del nuovo forno che stiamo per realizzare. Cominciamo dal luogo: nelle campagne tra Ardea e Aprilia, tra i vigneti; dentro quello che era il recinto esterno di una stalla, sotto un grande olmo Uno sguardo al progetto: le misure, la posizione... ... ben liscia.
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