lavorabilità (da cui modalità di applicazione);
aderenza prima della cottura;
tempo di asciugatura (fino a raggiugere lo stesso contenuto d’acqua dell’argilla sottostante);
spessore;
capacità di mantenersi in sospensione durante la conservazione (proprietà flocculanti);
tendenza a gelificare;
compattezza;
aderenza dopo la cottura
vediamo come agiscono alcune componenti tipiche degli ingobbi e alcuni additivi:
Componenti argillose:
- agiscono da deflocculanti per le altre componenti non plastiche quali: fritte, feldspati, silicio;
- favoriscono l’adesione alla superficie del pezzo sia a durezza cuoio che durezza osso;
- rendono la superficie asciutta più compatta e quindi più resistente alla manipolazione (un rivestimento che risulti compatto dopo l’asciugatura sarà meno soggetto a sbavature quando il pezzo viene maneggiato rispetto a rivestimenti privi di coesione propria che danno superfici “polverose” e quindi instabili).
Bentonite (e simili):
- sono ottimi agenti di sospensione (ne bastano quantità dell’1-2% con effetti minimi sulle altre proprietà, in particolare rallentano il tempo di essiccatura e possono aumentare leggermente il ritiro).
Caolino e ball clay
- conferiscono migliore lavorabilità;
- come le altre componenti argillose migliorano la compattezza;
- incrementano notevolmente il ritiro.
Silicio
- conferiscono struttura all'ingobbir e lo rende più vicino nella composizione (e quindi nel comportamento) alle argille da rivestire;
Gomme organiche (es. gomma arabica):
- possono essere usate per migliorare la compattezza;
- svolgono un’azione specifica sull’aderenza;
- rallentano l’essiccamento;
- possono produrre problemi di pinholing nello smalto (piccoli crateri come punure di spillo) se se ne usano quantità eccessive, a causa dei gas che generano in cottura.
Fondenti vetrosi (ad esempio i feldspati):
- favoriscono la fusione del composto;
- aiutano la formazione di uno stretto legame tra il rivestimento e la superficie su cui esso è applicato (un rivestimento che ne sia privo può solo contare sulla capacità di aggrapparsi meccanicamente alle porosità della stessa superficie);
- il principio, naturalmente, vale anche per l’argilla di cui è fatto il pezzo: se è vetrosa, può fornire la usa componente di fondente.
Se né il rivestimento né l’argilla del pezzo sono vetrosi è fondamentale assicurarsi che abbiano lo stesso ritiro in cottura e la stessa espansione termica (anche piccole differenze di dilatazione/contrazione possono comprometterne il legame). Dell'espansione termica dirò in uno dei prossimi post sugli ingobbi.
La verifica dell’integrità del rivestimento si fa picchiettando la superficie di un provino su cui è stato applicato e cotto uno strato di ingobbio piuttosto spesso.