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Un piccolo studio sul rutilio, o meglio, sugli effetti che produce su altri ossidi coloranti: qui il cobalto.
Un esercizio illustrato da Hesselberth e Roy in Mastering Cone 6 Glazes. Lo smalto base è un tipo di bristol glaze, uno di quegli smalti con forte componente di ossido di zinco. Quindi si tratta di uno smalto che prevede cottura in ossidazione (forno elettrico) a cono 6 (mid range). La ricetta base contiene 1% di carbonato di cobalto. I provini in foto, da sinistra: Smalto base; Smalto base + 1,5% rutilio; Smalto base + 3% rutilio; Smalto base + 4,5% rutilio; Smalto base + 6% rutilio. Non ho mai amato il cobalto perché conferisce una colorazione piatta, priva di sfumature. Ottundente. Ecco, il rutilio sembra togliergli certezze restituendo ai toni azzurri vivacità, direi quasi naturalezza. Alabastron
Nome: Una forma ritrovata Corpo in gres a grana fina; modellato a tornio e colombino. Privo di ingobbio. Smalto Dry Yellow Ochre di J. Jelfs. Cottura in forno a gas. Cono 10 in riduzione Supporto in ferro forgiato da Martino Stenico Progetto per nuovi vasi da realizzare sulla base delle forme degli alabastron.
Prosegue e si espande lo studio delle forme classiche provenienti dalle tradizioni greca, etrusca e romana sulle quali applico i miei smalti di derivazione orientale (anglo-oriental). Qui, oltre al rivestimento, apporto un'altra importante variazione che riguarda le dimensioni. Gli alabastron erano vasetti usati per unguenti e olii per i massaggi. Avevano dimensioni che andavano dai pochi centimetri a poco più di 20 centimetri di altezza. Io parto dai 15-20 centimetri per arrivare e superare i 40. Lo faccio perché mi piacciono queste forme e le loro proporzioni ma non sono legato alla funzione; perché posso farlo, insomma. Quindi della forma ho detto. Della superficie anche, più o meno. Insomma, non sono interessato alle repliche. Non sono interessato alle decorazioni classiche. Trovo stimolante l'incontro tra rivestimenti (smalti e ingobbi) di origine orientale con le forme della nostra tradizione. L'uso di materiali come il grès, cotto ad alta temperatura, per produrre forme che storicamente erano realizzate in terracotta o pasta di vetro (anche pietra, come l'alabastro, da cui il termine alabastron). Per quanto riguarda il carattere, infine, quello che vorrei tirare fuori dal forno sono oggetti dal forte impatto materico: più corteccia di bosco che vetro cristallino; più roccia esposta agli agenti atmosferici che pietra dura levigata. L'alabastron è una forma impiegata nel corso di svariati secoli da diversi popoli affacciati sul Mediterraneo. Ne consegue una gamma di forme ampia e variegata. Alcuni elementi comuni: corpo longilineo, di piccole dimensioni (tali da poter essere tenuto con una mano): generalmente privo di anse (qualche volta ne compare un simulacro); collo stretto per versare piccole quantità del contenuto (magari solo gocce); labbra aperte, talvolta piatte così da poter essere applicate direttamente sulla pelle; base spesso arrotondata (venivano tenuti appesi). Ne ho disegnati un po' ora ci lavoro sopra. Questo è il progetto. Bottiglia
Nome: La mappa degli eventi Corpo in gres a grana media modellato al tornio Ingobbio: caolino/ball clay 50/50 + Ossido Ferro Rosso 8% Smalto Dry Yellow Ochre di John Jelfs (tutto il carb. Ca sostituito da cenere di legna lavata) Cottura: in forno a legna - Cono 10 - Riduzione Ampio, irregolare, aperto. Impasto refrattario a grana media/grossolana.; colore nocciola. Foggiatura veloce, senza ripensamenti, senza ritocchi sulle crepe che si aprono lungo il perimetro. Tre strati di smalto nuka dato a getto che rivelano le successive sovrapposizioni. Un primo passo nella ricerca di un equilibrio soddisfacente tra forma, colore e tessitura superficiale. Devo dire che le forme mi piacciono e rispondono agli obiettivi del progetto. Anche la tessitura superficiale mi pare che vada bene. Sui colori non so. Rispondono al requisito di "vulcanico" che l'oggetto cratere richiede ma non sono del tutto convinto. Quindi il prossimo tentativo dovrà essere rivolto proprio a questo aspetto. Vedremo ... Entrambe le ciotole hanno un rivestimento a base di roccia vulcanica. in fondo sempre di crateri parliamo. Intanto qui abbiamo la Parabola di Nanni Valentini rivisitata. Avevo bisogno di una forma semplice, adatta a evidenziare la figura (il disegno) lasciando alla materia una funzione di mero supporto alla figura stessa. La Parabola di Valentini mi è sembrata particolarmente adatta allo scopo. Corpo in gres a grana fine con aggiunta un po' di refrattaria a grana media per dare struttura. ingobbio: non presente. Rivestimento: un velo di irabo su tutta la superficie, interna ed esterna, composto da due parti di trachite del Cimino e una di cenere di legna. All'interno uno smalto saturo di ferro. Unghiata di tufo sul bordo. La seconda ciotola, il mio Cratere, ribalta l'ordine delle priorità rispetto alla Parabola ed esalta la materia rispetto al disegno. Si tratta di una forma che ho già realizzato e comincio a sentirla mia.
Corpo: gres refrattario a grana media ricco di ferro. Ingobbio: hakeme (pennellate a spirale dentro e fuori. Rivestimento: un velo di irabo su tutta la superficie, interna ed esterna, composto da due parti di trachite del Cimino e una di cenere di legna. Solo all'interno una passata di smalto sempre a base di trachite del Cimino (qui c'è anche quarzo). Ditate di Dry Yellow Ochre. |
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