Qui la sperimentazione sulla cenere entra nel vivo. 6 tazzine in gres chiaro (in cottura prende un colore grigio chiaro), prive di ingobbio, rivestite con cenere pura o smalti a base di cenere; gli spessori sono generalmente piuttosto sottili. Sto cercando la risposta di questo materiale, da solo o combinato con altri e per farlo è necessario fissare le stesse condizioni. Devo avvertire, come già accaduto altre volte, che i colori in foto sono migliori, più vivi direi, di quanto non sia dal vero. Le foto spesso regalano qualcosa. Altra nota iniziale, valida per tutte, riguarda un effetto lucido sul bordo che contrasta con l'aspetto generalmente più arido di questi rivestimenti; si tratta di una pennellata di tenmoku, leggera e sottile. La N 1 e la N 2 sono rivestite di cenere pura, si tratta di cenere di legna di camino (quindi è un misto ma credo prevalga la quercia). La cenere di una è lavata, l'altra no; purtroppo non l'ho scritto subito e l'informazione ormai è andata. Errore! Non ci sono grosse sorprese, all'interno, lo spessore maggiore ha prodotto le tipiche colature, le parti migliori sono quelle, soprattutto all'esterno, dove gli spessori sottili lasciano chiazze rossastre. La cenere pura, per i miei gusti, va data in spessori sottilissimi, appena un velo. In generale, quindi, si adatta meglio al grès che, vetrificando, è un materiale impermeabile; lo smalto di cenere, infatti, soprattutto se sottile, non è in grado di rendere impermeabile un materiale poroso. Sulla N 3 e sulla N 4 c'è la sovrapposizione di smalto coreano su dry yellow ochre; smalto lucido a base di cenere su smalto arido sempre a base di cenere. il dry yellow ochre, come dice il suo nome è un rivestimento arido, quasi terroso e, a dispetto del suo nome, se lo spessore è sottile, prende un bel colore rosso-bruno. L'idea era quella di rendere più lucida la base del d.y.o. aggiungendo sopra un velo di coreano. Idea ingenua, a quanto pare. Le sovrapposizioni creano quasi sempre un prodotto che differisce, in modo più o meno consistente, dagli smalti che le compongono. La N 5 e la N 6 sono rivestite con uno smalto a base di cenere e polvere di peperino (roccia vulcanica, sul genere delle pozzolana e dei tufi, per capirsi) 50/50 con un'aggiunta di circa un 10% di caolino che serve per stabilizzare un po'. Su questa combinazione ho già scritto nel post del 6 dicembre 2014, quello che è interessante è la risposta diversa che lo smalto da su una base differente: lì infatti rivestiva provini fatti di refrattaria rossa, qui, invece, è su grès grigio chiaro; la differenza è significativa.
0 Comments
Leave a Reply. |
AutoriVesuvioLab Categorie
Tutti
Archivio
Dicembre 2024
|