Nella Disamina 2 del forno di maggio scorso ho ripreso a parlare dell'Irabo. Ho riportato i link di vecchi post sullo stesso argomento e ho cercato di inquadrare l'ambito dello studio che sto portando avanti. Quindi... Il passo successivo è: cosa accade se modifico le condizioni al contorno? Se utilizzo, per il corpo da rivestire col mio smalto irabo, un gres carico di ossido di ferro (tanto da risultare nero in cottura) come reagisce questo smalto? Se, invece, sotto lo smalto irabo inserisco un altro smalto? Irabo su corpo scuroIl corpo della ciotola è realizzato con un gres chamottato, piuttosto ruvido, carico di ossido di ferro.
C'è qualche chiazza di ingobbito bianco; sembrano macchie del tempo o sporcizia, dipende da chi osserva. Lo strato di smalto è molto sottile. Ancora più sottile di quanto già fatto con le ciotole presentate nella precedente disamina: praticamente un velo. Infine, ci sono chiazze di iron stain, difficili da cogliere in foto, se non a contrasto col bianco-giallastro dell'ingobbio: macchie del tempo o sporcizia, dipende da chi osserva. Per apprezzare l'effetto dello smalto bisogna notare l'aspetto vagamente metallico della superficie del pezzo, evidente soprattutto a contrasto col fondo del piede che non è smaltato e appare, infatti, più terroso sia nel colore (tendente al bruno rossastro) che nella consistenza superficiale.
Sono ciotole che io stesso faccio fatica a utilizzare per alimenti, anche se non credo che ci siano particolari problemi ma, certo, questa superficie arida e scura e molto ruvida non invita in questo senso; ciononostante ne subisco il fascino. Mi piacciono e, credo, continuerò a lavorarci. Irabo su smalto TKTGA proposito dello smalto che chiamo TKTG ho già detto QUI
Quindi si tratta di uno smalto terroso, non particolarmente lucido e vetroso.
Ci sono i soliti schizzi di iron stain, vari e in diverse formulazioni, gli smalti non hanno spessori uniformi, il tutto conferisce una tessitura naturale come roccia lavorata dagli agenti atmosferici o legno in disfacimento. Materia organica sul suolo. Le leggere irregolarità della forma della ciotola aiutano l'effetto. La superficie, rispetto al pezzo sopra, è più morbida e, seppure il colore anche qui non è particolarmente invitante, rassicura la presenza più evidente di un rivestimento del corpo argilloso. Lo smalto sottostante, il TKTG, vira dal rosso cupo al marrone, dove lo strato di irabo sopra è molto sottile, dove, invece, quest'ultimo è leggermente più spesso forma delle goccioline, come di sudore, dal colore verdastro. Tutta la parte giallastra ... chissà! In situazioni così poco pulite, qualche volta è complicato riuscire ad interpretare tutto. Bisogna accettare anche questa parte. ... Forse ho usato anche un po' di irabo corretto con ossido di Titanio? Oppure ho dato una pennellata di Dry Yellow Ochre? Certo, sarebbe strano non averlo riportato sulla scheda. Però, proprio rileggendo la scheda, trovo annotato un particolare: questa ciotola, nel forno, stava accanto ad un mucchietto di carbone, messo lì proprio per vedere l'effetto che fa... Però mi sembra strano che la vicinanza con il carbone dia questo giallastro. Non so... Sono oggetti difficili da apprezzare, me ne rendo conto, a me piacciono e li considero punti di arrivo, non di partenza; certo alcuni aspetti vanno migliorati ma sento che il lavoro su questo genere di smalto inizia ad essere compiuto.
Probabilmente il mio occhio è condizionato dal fatto che questi prodotti sono frutto del mio studio e del mio lavoro; mi appartengono. So che, se pure cerco di spiegare, difficilmente riesco a convincere - per così dire - l'occhio di un osservatore esterno, il quale, molto probabilmente, valuta la ciotola di per se, pensandola come possibile oggetto da maneggiare e vedere nel quotidiano tra altre stoviglie, sulla tavola, tra le mani. Mentre bevi un te o servi olive non pensi a cosa c'è dietro la produzione di un oggetto; è così, a meno che... Su questo punto ci devo riflettere ancora un po'
3 Comments
Renato
4/11/2019 04:44:57 pm
Bellissime opere.Avrei una richiesta riguardo al suo forno per alta temperatura in quanto sono in procinto di costruirne uno a legna.Sono indeciso se usare in camera di cottura mattoni refrattari pesanti o mattoni isolanti leggeri jm23 o jm26 che mi dicono non adatti alla cottura a legna.Dalle foto del suo forno credo di capire che lei abbia usato mattoni isolanti leggeri.Puo' dirmi se detti mattoni le anno dato problemi?Grazie.
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Premetto che non ho ancora mai utilizzato il mio forno alimentandolo a legna ma solo a gas con, in alcuni casi, il contributo di carbone.
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Renato
19/11/2019 06:15:49 pm
Grazie Maurizio per la sua esauriente risposta.
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