Qualche cosa l'avevo già anticipata;
sono passati circa duemila anni da quando in Cina hanno sviluppato la tecnologia per realizzare forni a legna adatti alle alte temperature quindi, intorno allo VIII secolo d.C., anche i ceramisti in Giappone sono in grado di cuocere ad alta temperatura la ceramica prodotta in questo periodo è detta ceramica Sue generalmente non smaltata, presenta, spesso, la patina vetrosa che si forma sui pezzi a causa della cenere; va detto che in questo periodo i giapponesi conoscevano la smaltatura che utilizzavano per la terracotta a bassa temperatura ovviamente si trattava di smalti a base di piombo; poco dopo, faccio difficoltà a individuare il periodo esatto probabilmente non è ancora molto chiaro, dalle parti di Seto, inizia l'uso consapevole della cenere come rivestimento per la ceramica cotta ad alta temperatura, la tecnica si è sviluppata come già accaduto in Cina e presto ha fatto la sua comparsa la miscela argilla/cenere bisogna tenere conto che la cenere da sola tende a colare molto l'argilla è un legante naturale. Qui voglio dire che c'è una differenza fondamentale tra l'atteggiamento dei cinesi e quello dei giapponesi nei confronti del rivestimento a base di cenere: sia della patina che si forma nel forno che del rivestimento vero e proprio dato a cenere assoluta o a cenere/argilla in Cina tutto questo processo, per quanto lungo, appare come una mera successione di tappe che conducono all'elaborazione di smalti complessi in Giappone, invece, hanno di fatto costruito un'estetica raffinata basata sull'utilizzo della cenere pura o miscelata con argilla prova ne è che ancora oggi esistono centri di produzione ceramica che risalgono al secolo VIII d.C. (quando è entrata in uso la cottura ad alta temperatura) che continuano a realizzare stoviglie e vasi praticamente con le stesse tecniche di allora i forni di Tamba, Bizen e Shigaraki, ad esempio, sono attivi tutt'oggi, in questi centri si realizza ancora ceramica non smaltata la cui caratteristiche risiede nella decorazione che si crea nel forno grazie alla cenere tra le abilità di questi ceramisti c'è la capacità di posizionare i pezzi nel forno perché si producano le "fiammate" e le macchie volute; a Seto, invece, hanno sviluppato la tecnica del rivestimento a cenere e argilla all'inizio l'argilla era la stessa dei pezzi e veniva miscelata alla cenere in percentuali modeste (argilla 10% - cenere di legna 90%) piano piano le percentuali si sono modificate, anche in relazione all'utilizzo di argille diverse e di roccia macinata. per concludere qualche nota tecnica sull'utilizzo della cenere pura: escludendo il caso di cotture con grandi forni a legna, piuttosto rari qui in Italia ne esisterà almeno uno? non so, per riprodurre questo rivestimento non resta che spolverare la cenere direttamente sul pezzo oppure discioglierla in acqua e darla come uno smalto; se la cenere non è lavata la sua azione sarà più forte vedi i post sulla cenere di ..... perché capace di penetrare maggiormente nella sua azione sul corpo "portando fuori" il ferro presente nell'argilla del pezzo facendo virare il colore su toni più scuri e creando macchie ed aloni; spessori maggiori di cenere producono una superficie caratterizzata dalla presenza di goccioline e colature le prime prevalentemente sulle superfici orizzontali le seconde su quelle verticali; bisogna tenere conto, nella gestione dello spessore, che la cenere da sola cola moltissimo quando fonde inoltre queste goccioline, colanti o no, subiscono un effetto di desertificazione: in pratica, la sostanza vetrosa alle alte temperature cristallizza e perde trasparenza.
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