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Il Feldspato

13/12/2014

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Prima di procedere con la descrizione degli smalti
credo sia necessario dire due parole sul feldspato
perché, almeno in Giappone, sembra che l'introduzione di questo materiale abbia prodotto un importante salto in avanti nella produzione degli smalti.
Ho dovuto fare quell'inciso sul Giappone perché in Cina le cose 
almeno dal punto di vista storico, appaino più complesse;
c'è tutta un'ampia categoria di antichi smalti cinesi che furono catalogati come "feldspatici" che però 
sottoposti ad analisi chimica con tecniche moderne
si sono rivelati di natura diversa
oggi si pensa che, in realtà, siano composti da roccia silicea e cenere.

Ma torniamo al feldspato
Phil Rogers lo considera il "corpo" dello smalto
mentre la cenere sarebbe il "carattere"
visto che il primo è stabile, costante nei risultati e consistente
al contrario della cenere che ha un carattere piuttosto variabile.
La fortuna del feldspato, quindi,
si direbbe che sia dovuta a diversi fattori
il primo, è proprio quello a cui ho appena fatto riferimento:
si comporta sempre allo stesso modo, non riserva sorprese;
il secondo riguarda la possibilità che offre di produrre smalti trasparenti, compatti, lucidi, vetrosi
uno smalto vero e proprio
i vantaggi, rispetto ai primi smalti di cenere o di cenere/argilla
sono evidenti
il rivestimento vetroso e trasparente o semi-trasparente consente nuove possibilità decorative come i disegni ad ossido sopra e sotto smalto;
inoltre, è di facile reperibilità;
ottimo alle temperature da gres
insomma, gli smalti feldspatici già nel XVI secolo, praticamente appena introdotti in Giappone, sono diventati i grandi protagonisti della produzione ceramica di quel paese;
tutto ciò rende il feldspato il principale componente degli smalti ad alta temperatura.

Il feldspato è un prodotto della decomposizione delle rocce ignee
contiene silicio e allumina oltre ad alcuni alcali
generalmente la tipologia di alcali distingue i vari feldspati
ne esistono circa venti tipi differenti 
per i ceramisti, quelli fondamentali sono due
l'ortoclasio o feldspato di potassio K2O.AL2O3.6SiO2
l'albite o feldspato di sodio Na2O.AL2O3.6SiO2
bisogna dire che gli alcali contenuti nei feldspati
a differenza di quelli che sono nella cenere
non sono solubili;
in generale feldspati di potassio e di sodio si comportano in maniera molto simile
e si possono considerare quasi intercambiabili
il feldspato di sodio fonde a temperature di 1100°C - 1150°C e può essere volatile oltre i 1200°C, tende a fornire smalti un po' più trasparenti;
il feldspato di potassio fonde oltre i 1200°C e risulta generalmente più viscoso e opaco;
spesso i feldspati contengono sia sodio che potassio e vengono classificati in funzione di quello prevalente;
ovviamente, meno è raffinato e più saranno le impurità presenti;
i feldspati sono estratti in molte zone in tutto il mondo e 
ogni cava ha le proprie caratteristiche peculiari,
per quelli che sono i nostri usi è, comunque, sufficiente distinguere ortoclasio e albite;
quando nelle ricette, soprattutto di derivazione anglosassone o giapponese, si parla genericamente di feldspato, generalmente ci si riferisce a feldspati di potassio;
dato l'alto contenuto di allumina gli smalti contenenti feldspati non hanno la tendenti a colare, almeno fino ai 1300°C;
la composizione dei feldspati è molto vicina a quella degli smalti per le alte temperature
infatti, c'è dentro il silicio come vetrificante
l'allumina come stabilizzante e
gli alcali come fondenti
nei prossimi post vedremo che, in effetti, si possono realizzare - e storicamente si sono realizzati - smalti con feldspati quasi puri
solo con piccoli aggiustamenti.


Oltre ai due feldspati di cui sopra
ci sono diversi materiali, simili chimicamente ad essi,
spesso presenti nelle ricette degli smalti
si tratta di felspatoidi e
siccome alla categoria appartengono pezzi grossi come
la cornish stone e la nefelina sienite
sarà meglio dedicare ad essi un post a parte.
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