Prima di procedere con la descrizione degli smalti
credo sia necessario dire due parole sul feldspato perché, almeno in Giappone, sembra che l'introduzione di questo materiale abbia prodotto un importante salto in avanti nella produzione degli smalti. Ho dovuto fare quell'inciso sul Giappone perché in Cina le cose almeno dal punto di vista storico, appaino più complesse; c'è tutta un'ampia categoria di antichi smalti cinesi che furono catalogati come "feldspatici" che però sottoposti ad analisi chimica con tecniche moderne si sono rivelati di natura diversa oggi si pensa che, in realtà, siano composti da roccia silicea e cenere. Ma torniamo al feldspato Phil Rogers lo considera il "corpo" dello smalto mentre la cenere sarebbe il "carattere" visto che il primo è stabile, costante nei risultati e consistente al contrario della cenere che ha un carattere piuttosto variabile. La fortuna del feldspato, quindi, si direbbe che sia dovuta a diversi fattori il primo, è proprio quello a cui ho appena fatto riferimento: si comporta sempre allo stesso modo, non riserva sorprese; il secondo riguarda la possibilità che offre di produrre smalti trasparenti, compatti, lucidi, vetrosi uno smalto vero e proprio i vantaggi, rispetto ai primi smalti di cenere o di cenere/argilla sono evidenti il rivestimento vetroso e trasparente o semi-trasparente consente nuove possibilità decorative come i disegni ad ossido sopra e sotto smalto; inoltre, è di facile reperibilità; ottimo alle temperature da gres insomma, gli smalti feldspatici già nel XVI secolo, praticamente appena introdotti in Giappone, sono diventati i grandi protagonisti della produzione ceramica di quel paese; tutto ciò rende il feldspato il principale componente degli smalti ad alta temperatura. Il feldspato è un prodotto della decomposizione delle rocce ignee contiene silicio e allumina oltre ad alcuni alcali generalmente la tipologia di alcali distingue i vari feldspati ne esistono circa venti tipi differenti per i ceramisti, quelli fondamentali sono due l'ortoclasio o feldspato di potassio K2O.AL2O3.6SiO2 l'albite o feldspato di sodio Na2O.AL2O3.6SiO2 bisogna dire che gli alcali contenuti nei feldspati a differenza di quelli che sono nella cenere non sono solubili; in generale feldspati di potassio e di sodio si comportano in maniera molto simile e si possono considerare quasi intercambiabili il feldspato di sodio fonde a temperature di 1100°C - 1150°C e può essere volatile oltre i 1200°C, tende a fornire smalti un po' più trasparenti; il feldspato di potassio fonde oltre i 1200°C e risulta generalmente più viscoso e opaco; spesso i feldspati contengono sia sodio che potassio e vengono classificati in funzione di quello prevalente; ovviamente, meno è raffinato e più saranno le impurità presenti; i feldspati sono estratti in molte zone in tutto il mondo e ogni cava ha le proprie caratteristiche peculiari, per quelli che sono i nostri usi è, comunque, sufficiente distinguere ortoclasio e albite; quando nelle ricette, soprattutto di derivazione anglosassone o giapponese, si parla genericamente di feldspato, generalmente ci si riferisce a feldspati di potassio; dato l'alto contenuto di allumina gli smalti contenenti feldspati non hanno la tendenti a colare, almeno fino ai 1300°C; la composizione dei feldspati è molto vicina a quella degli smalti per le alte temperature infatti, c'è dentro il silicio come vetrificante l'allumina come stabilizzante e gli alcali come fondenti nei prossimi post vedremo che, in effetti, si possono realizzare - e storicamente si sono realizzati - smalti con feldspati quasi puri solo con piccoli aggiustamenti. Oltre ai due feldspati di cui sopra ci sono diversi materiali, simili chimicamente ad essi, spesso presenti nelle ricette degli smalti si tratta di felspatoidi e siccome alla categoria appartengono pezzi grossi come la cornish stone e la nefelina sienite sarà meglio dedicare ad essi un post a parte.
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