Ricetta per ingobbio a cono 10
(versione rivista di una ricetta proposta da Tony Hansen) L'ingobbio, dicevo, è una mistura di ingredienti plastici e non plastici; le ricette degli ingobbi sono sostanzialmente simili a quelle degli smalti a parte il fatto che presentano percentuali più alte di ingredienti refrattari ovvero meno fondente e, di solito, meno vetrificante. La componente argillosa, normalmente quella che caratterizza l'ingobbio, è composta da caolino e ball clay; attraverso il dosaggio della ball clay si può regolare il ritiro. Le principali componenti non plastiche sono rappresentate da feldspati e quarzo; per gli ingobbi a bassa temperatura, invece, entrano in gioco le fritte che abbassano il punto di vetrificazione. Talvolta si aggiunge la borace per fornire una migliore resistenza in fase secca, prima della cottura, e per migliorare la fusione tra gli altri ingredienti in cottura. Infine, può essere utile inserire nella ricetta deflocculanti così come si fa per le argille da colaggio. Lo studio per un ingobbio base può partire da una miscela composta da argille e feldspato, i n proporzioni sufficienti da garantire la giusta maturazione, completata da silicio. I due problemi principali da risolvere sono: la corretta scelta delle proporzioni dei componenti che caratterizzeranno l'ingobbio finito e la scelta della giusta miscela di argille (es. ball clay, caolino, bentonite) per fornire un ritiro in asciugatura compatibile con il pezzo. Tony Hansen propone le seguenti proporzioni come base per iniziare: 30-35% Feldspato o Nefelina Sienite si tratta di un contento di feldspato maggiore di quello presente negli impasti argillosi, maggiore anche dell'impasto di porcellana e fornisce una quantità di fondente in grado di produrre una superficie con una leggera lucentezza. Per ingobbi da cono 6 la percentuale di feldspato dovrebbe salire al 50% o anche di più oppure è necessario introdurre fritte a base di boro. 1-2% Bentonite della bentonite ho già parlato, quindi c'è un post dedicato nella categoria "materiali"; in questo caso aiuta a rendere più dura la superficie asciutta affinché sia più resistente alle sbavature prodotte dalla manipolazione del pezzo prima della cottura. La bentonite (prodotta dalla degradazione di ceneri vulcaniche) è composta da particelle estremamente piccole che fanno aumentare il ritiro in fase di asciugatura e si comportano da agenti di sospensione quando l'ingobbio è in fase liquida. In quantità modesta non ha effetti sulle proprietà dell'ingobbir dopo la cottura. 20-25% Ball Clay presenta una granulometria molto sottile conferisce durezza e densità; ritiro elevato Può, inoltre, modificare il colore dal momento che contiene impurità di natura ferrosa. 20-25% Caolino è il naturale complemento della ball clay per la sua maggiore granulometria; conferisce all’impasto una consistenza cremosa; le proporzioni di caolino e ball clay possono essere bilanciate (aumentando quella di uno e riducendo l’altro) per modulare le proprietà fisiche dell’ingobbio nello sviluppo della sua formulazione; sono disponibili caolini plastici, non plastici e calcinati per fornire un aiuto al controllo della durezza dell’ingobbio, della sua capacità di rimanere in sospensione e soprattutto del ritiro, senza effetti sensibili al risultato finale. 20% Silicio conferisce struttura e avvicina le proprietà fisiche dell'ingobbio (in particolare l'espansione termica) a quelle dell’argilla da rivestire, normalmente ricca di questo materiale. Se gli smalti dati sull’ingobbio tendono a generare il cavillo, il silicio può assumere un ruolo rilevante a ridurre il problema. Feldspato, argille e silicio sono gli elementi essenziali, poi si possono aggiungere altri componenti quali: 5% Zircopax serve a conferire al rivestimento biancore e opacità e ad aumentarne la capacità coprente. Inoltre, presentando una granulometria sottile, aiuta a rendere l’ingobbio cremoso migliorandone la lavorabilità. 0.5% Gomma arabica Migliora la durezza allo stato asciutto e rende l'ingobbio più adatto all’applicazione a pennello riduceuendo, però, la velocità di asciugatura. Va da se che le percentuali dei vari componenti vanno calibrate in modo che il totale dia sempre 100%. Per verificare lo stato del legame ingobbio/argilla si può applicare uno strato spesso di ingobbio su di un provino che si trovi al giusto stato di essiccatura. Si lascia asciugare e si cuoce, quindi, se, l’ingobbio si ritira di più dell’argilla sottostante formando placche con bordi arricciati, allora è troppo plastico (ridurre la bentonite o la quantità di argilla plastica in favore di quella meno plastica); se il ritiro è insufficiente tenderà a screpolarsi, si può provare a staccarlo con un coltello, se viene via facilmente vuol dire che non ha subito lo stesso ritiro dell’argilla sottostante (aggiungere bentonite o aumentare il contenuto di argilla plastica riducendo quella meno plastica). Eseguite le modifiche, si prova nuovamente. Sistemato il ritiro si rompe il provino per verificare il legame tra rivestimento e corpo; se questo legame non è buono, perché rivestimento e corpo rivestito non sono ben saldati l'uno all'altro, si deve aggiungere feldspato per migliorarlo.
0 Comments
Leave a Reply. |
AutoriVesuvioLab Archivio
Ottobre 2023
Categorie
Tutti
|