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La cottura 10 - Smalto: fusione, raffreddamento e congelamento

26/9/2014

2 Commenti

 
Al raggiungimento dell’ultimo passaggio della cottura, lo smalto è nella fase della piena fluidità e mobilità. Diversamente dall’argilla del corpo, fonde completamente e tutti gli ossidi si muovono quasi liberamente preparando la disposizione con una parvenza dell’ordine da assumere in fase di congelamento. In questo momento l’interazione tra corpo argilloso e smalto accelera formando un piano di interfaccia tra le due parti.

La chimica dello smalto e del corpo argilloso, la temperatura di maturazione e la durata di questa fase della cottura determinano la consistenza di questo piano di transizione. 

Nel grès  ad esempio,  cotto oltre i 1200°C il piano di transizione ha una consistenza molto maggiore di quella della terracotta tradizionale che viene cotta sotto i 1000°C. E' un fatto di cui ci si può facilmente rendere conto osservando stoviglie di terracotta che sono state maneggiate e utilizzate come normali stoviglie, quasi sempre  presentano scrostature dello smalto sui bordi; normalmente ciò non accade col gres (tanto meno con la porcellana). Il grès, come tutti i prodotti ceramici, si può incrinare o rompere a causa di colpi, ma questo è un altro paio di maniche. La differenza tra i due materiali è proprio nella diversa consistenza dell'interfaccia argilla del corpo/smalto. Il grès, infatti, vetrifica ad un grado maggiore della terracotta e quindi si trova nelle condizioni di poter interagire con lo smalto in miniera molto più profonda; diciamo che c'è uno scambio di ossidi maggiore e, di conseguenza, lo spessore dell'area di interfaccia è più consistente di quanto non accada nella terracotta.

Tornando agli smalti, la tensione superficiale e la fluidità ne determinano la capacità di distendersi sulla superficie coprendo piccole aree scoperte e la capacità di lasciar passare attraverso la forma fusa le bolle gassose provenienti dall’argilla del corpo. 



E' evidente che il fattore temporale è determinate anche qui; una maggiore durata della fase in cui lo smalto si trova allo stato fuso ne migliora l'omogeneità e aiuta a sviluppare una migliore interfaccia con il corpo.

Il raffreddamento è parte integrante del processo di cottura dal momento che è in questa fase che si genera lo smalto così come lo vediamo. Mentre il corpo dell’argilla si struttura durante la salita della temperatura, è all’inizio del raffreddamento che si cementa questa nuova forma della materia. Nel caso più semplice il pezzo si raffredda, lo smalto solidifica come vetro ed è pronto. Ricordiamo, infatti che il vetro, dal punto di vista fisico, è un liquido a viscosità elevatissima e infatti non presenta alcuna struttura cristallina. 

Tuttavia, spesso avviene la formazione di cristalli ad un grado tanto più elevato quanto più il raffreddamento è lento, in funzione, ovviamente,  della composizione chimica dello smalto che può incoraggiare più o meno l'innesco dei nuclei intorno ai quali crescono i cristalli. La crescita si manifesta proprio intorno alle temperature di congelamento che possono essere più basse di quanto si possa pensare. Alcuni smalti da gres possono assumere centinaia di configurazioni e la cristallizzazione continua fino all’arresto della mobilità delle molecole. Questo significa che bisogna avere la corretta consapevolezza del processo per essere in grado di intervenire nel caso di cristallizzazione non voluta (devetrificazione) modificando la composizione dello smalto (ad esempio aumentando l’allumina) oppure accelerando il raffreddamento nella fase critica.


Mi rendo conto che quest'ultima parte richiede qualche approfondimento; 
la frase "spesso avviene la formazione di cristalli ... in funzione ... della composizione chimica dello smalto che può incoraggiare più o meno l'innesco dei nuclei intorno ai quali crescono i cristalli" apre immediatamente un quesito:
quali sono le caratteristiche che favoriscono la formazione dei cristalli negli smalti?
ecco, credo di dover approfondire la cosa per poterne parlare;
pur con la consueta superficialità, ovviamente.
2 Commenti
Buzzichelli giuliano
30/12/2019 04:53:49 pm

Quali sono le temperature di fusione degli smalti divisi per colore finale?

Risposta
Cono9
31/12/2019 02:47:23 pm

Mi scusi, sig. Giuliano, ma non mi è chiara la domanda.
La temperatura di fusione di uno smalto non dipende dal suo colore ma dall'intera composizione; insomma da tutti gli ingredienti e dalle rispettive percentuali.
Il colore dipende dagli ossidi contenuti e, in particolare, dagli ossidi metallici (ferro, rame, titanio, cobalto, ecc) ed è vero che alcuni di essi hanno un effetto più o meno fondente alle diverse temperature di cottura ma, in generale, uno steso smalto può lavorare con diversi ossidi metallici sostanzialmente alla stessa temperatura. Anche in considerazione del fatto che, spesso, gli ossidi metallici ai quali si affida il colore finale dello smalto sono presenti in percentuali molto basse (1 - 2%) e, pertanto, l'effetto sulla temperatura di maturazione è modesto.
Per concludere, le sarei grato se mi facesse capire meglio i suoi dubbi.
saluti

Risposta



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