Ci riprovo?
Eddai su.. Oggi riapro un ciclo di post dedicato alla cottura, a cosa avviene dentro il forno mentre la temperatura sale e la terra si scalda e diventa incandescente … solo alcuni concetti chiave che spieghino questo processo fondamentale nella produzione ceramica. Spero di non annoiarvi troppo. All’interno dei forni da ceramica avvengono mutamenti della materia, qualcosa di simile a ciò che Madre Terra compie nel generare e trasformare le rocce; mutamenti fisici e chimici della materia e così, nella ceramica come nei processi geologici, partendo da uno stesso materiale si possono ottenere risultati completamente diversi tra loro intervenendo sul percorso di trasformazione. Ad esempio: se il magma si raffredda lentamente all’interno della crosta terrestre dà modo alle molecole che lo compongono di organizzarsi secondo una struttura ordinata, compatta consentendo lo sviluppo di cristalli di grandi dimensioni. È il caso del granito e del gabbro; se, invece, lo stesso magma uscisse in superfice durante un’eruzione vulcanica, diventando lava, il rapido raffreddamento produrrebbe rocce a grana più sottile. Si può pensare alle rioliti o ai basalti, quindi a rocce costituite da cristalli che spesso non sono visibili ad occhio nudo; per avere un’idea, il basalto è quella roccia nera, compatta con cui si fanno sampietrini e basolati per le pavimentazioni stradali; infine, in particolari eruzioni il raffreddamento della lava – si tratta generalmente di lave ricche di silicio – è talmente rapido da non consentire affatto la formazione di cristalli e si può arrivare ad avere una struttura completamente vetrosa, priva di qualsiasi ordine. È il caso dell'ossidiana, un vetro naturale del tutto simile a quello di produzione umana. Il percorso di trasformazione per il ceramista inizia da quando il pezzo, l’argilla di cui il pezzo è fatto, inizia ad essiccarsi. Nella cottura dell’argilla non si arriva alla fusione. Un geologo parlerebbe di rocce matamorfiche. Gli smalti, invece, richiedono la completa fusione del composto formato dalle materie prime. In ogni caso le modalità di cottura (velocità di riscaldamento e raffreddamento, atmosfera durante il ciclo, ecc) influiscono sul risultato finale. Negli smalti, ad esempio, si può intervenire sulla formazione dei cristalli o meno (e quindi sull’aspetto più o meno vetroso) modificando la velocità di raffreddamento. La cottura dei prodotti ceramici richiede la gestione di molte variabili e, per questo, non può considerarsi un processo semplice e lineare da gestire con modalità rigide. Per una corretta conduzione della cottura è necessario acquisire sensibilità e flessibilità. Nei prossimi post sull’argomento cercherò di scomporre l’intero processo nelle sue componenti principali:
1 Comment
Albini Miriam
17/1/2023 10:55:30 am
Sono affascinata da quanto leggo in ogni post. Ho scoperto questo blog solo di recente. Mi sono avvicinata all'argilla solo da pochi mesi. Leggerò con piacere tutti i post sulla cottura. Grazie per questa condivisione preziosa di sapere!
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