L'ultimo post sul tema chiudeva così:
con sintesi wikipediana, i criteri caratterizzanti dell'arte e dell'artigianato mingei sono più o meno questi:
... Ricapitolando, il movimento mingei, così come l'Arts and Craft, rappresenta la reazione culturale ai grandi cambiamenti sociali in atto; non nega la modernità ma al contempo afferma un nuovo senso di identità nazionale giapponese; afferma l'idea che umili prodotti artigianali possano essere intrinsecamente belli; sostiene il recupero dell'artigianato popolare di precedenti epoche come punto di partenza per la nuova produzione artigianale; promuove la creazione di vaste collezioni raccolte in musei così da favorire la conoscenza collettiva; avvia l'ambizioso tentativo di convincere le classi medie ad adottare un nuovo stile di vita ibrido che combina entrambe le caratteristiche giapponesi e occidentali. Il movimento Mingei ha dedicato una grande quantità di energia per la raccolta di pezzi di antiquariato di artigianato popolare. Disseminati in tutto il Giappone c'erano, e ci sono ancora, centri di produzione ceramica; spesso si trattava di piccoli villaggi sorti proprio con questa funzione in epoche in cui era decisamente antieconomico trasportare grandi quantità argilla, legna per i forni e acqua corrente; quindi, individuato un luogo che avesse disponibilità di questi tre elementi, si potevano costruire i forni e intorno ai forni sorgeva il villaggio. L'intera popolazione di questi centri, gente comune, si dedicava alla produzione ceramica. Quasi sempre si trattava di produzioni di stoviglie, comunque di ceramica funzionale, adatta all'uso comune, ordinaria, robusta e durevole, in alternativa agli utensili per la cerimonia del tè tradizionalmente riservati alla nobiltà, ai ricchi o destinati all' esportazione. Per qualche secolo questi centri hanno soddisfatto le esigenze dell'intera popolazione con costi accessibili praticamente per tutti. Nella prima parte del secolo scorso, la rivoluzione industriale stava mettendo seriamente in pericolo l'esistenza di questo sistema di produzione artigianale; d'altro canto, però, come registrava lo stesso Yanagi Soetsu, si stava perdendo qualcosa del tocco umano e nello spirito degli oggetti di uso quotidiano. Yanagi e i suoi compagni hanno, allora, cercato di contrastare il desiderio di prodotti di massa a basso costo puntando sul lavoro di artigiani ordinari che fosse in grado di coniugare i bisogni spirituali a quelli pratici. Da questa esigenza scaturiva l'esigenza di salvaguardare le tradizioni popolari. Riflettendoci, scrive Yanagi in "The Unknown Craftsman", si deve concludere che nel ridurre il costo delle merci di uso comune, l'industrializzazione ha svolto un servizio per l'umanità - ma a spese del cuore, del calore, della cordialità e della bellezza. Di contro, prodotti di buona qualità, fatti a mano, anche se più costosi di quelli industriali, possono essere utilizzati nelle case per generazioni e, quindi, valutati in quest'ottica, non sono così costosi dopo tutto. Uno dei risultati più significativi del movimento Mingei è stata la creazione di un nuovo stile rivoluzionario nella vita della classe media che vede la combinazione di vecchio e nuovo, di est e ovest, di rurale e urbano; un ibrido convincente che ha cercato di soddisfare le nuove condizioni economiche e sociali dei primi decenni del XX secolo in Giappone. Ecco, il motivo per cui trovo interessante tutto questo è che mi sembra di poter trasferire qui e adesso gli stessi concetti che per il movimento Mingei erano importanti nel Giappone di cento anni fa. E' da un po' che ci penso e questa serie di post sul movimento mingei mi ha dato l'occasione per una piccola riflessione. Non è vero che anche nella nostra epoca ci troviamo spesso a cercare un equilibrio, nell'acquisto di oggetti per la casa, ad esempio, tra prodotti a basso costo presenti ormai ovunque nei grandi centri commerciali, con prodotti artigianali o vecchie chincaglie di famiglia come gli splendidi lampadari degli anni cinquanta che da qualche anno stanno spuntando da cantine e ripostigli? Probabilmente, chi oggi si avvicina alla produzione di ceramica funzionale dovrebbe pensare a chi sta rivolgendo il proprio lavoro per meglio capire cosa sta facendo.
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