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Monocottura 2 - Una regola

14/11/2014

1 Commento

 
C'è una vecchia regola secondo cui gli smalti per la monocottura debbano contenere una quantità di almeno il 20% di argilla;
in realtà le cose non stanno proprio così,
l'esperienza di alcuni ceramisti,
ad esempio John Britt e Steven Hill,
dimostra che si può utilizzare praticamente qualsiasi tipo di smalto
a patto di avere chiari alcuni concetti,
uno in particolare:
la compatibilità tra argilla e smalto.
Come al solito, trattando di ceramica,
è importante cercare un punto di equilibrio tra diversi fattori:
non si tratta di considerare buono un tipo di smalto e inadatto un altro tipo,
così come non è necessario escludere una tipologia di argilla per privilegiarne un'altra in via assoluta,
come al solito, dicevo, è necessario adattare lì'argilla con cui è realizzato il pezzo, le modalità con cui si smalta (in particolare in quale punto di essiccazione si trova l'argilla quando viene smaltata) e il tipo di smalto.
La questione da porre, quindi, riguarda la compatibilità tra l'argilla del corpo e lo smalto,
in particolare, è necessario che i due elementi abbiano lo stesso ritiro.
Chi ha esperienza di ingobbi sa di cosa parlo,
l'argilla, asciugandosi, tende a ridurre il proprio volume
ne consegue la riduzione delle dimensioni del pezzo tra la foggiatura, la fase a secchezza osso e, infine, dopo la cottura,
è chiaro che questa riduzione riguarda anche l'argilla presente negli smalti, ed
è noto che la quantità di questa riduzione non è uguale per tutte le argille ma varia, e non di poco, tra argille plastiche e non plastiche, 
tra argille che contengono sabbia o chamotte e argille fini,
insomma, anche se è difficile avere una conoscenza esatta della percentuale di ritiro nelle varie fasi per le diverse argille, non è poi difficile averne un'idea di massima, ed è un buon inizio.
A questo punto si aprono due strade:
smaltare i pezzi quando si trovano allo stato di durezza cuoio 
oppure
smaltarli a secchezza osso;
nel primo caso sappiamo che il pezzo deve ancora "scontare" parte del ritiro, sarà necessario utilizzare smalti che contengano argilla affinché seguano meglio il ritiro del pezzo stesso;
nel secondo caso, poiché il ritiro tra secchezza osso e biscotto è minimo, possiamo pensare di procedere quasi come se stessimo smaltando un biscotto; in questo caso non è necessario formulare lo smalto con alte percentuali di argilla.
La scelta può essere determinata da varie cause;
Steven Hill, ad esempio, riferisce di aver scelto di smaltare i puoi pezzi a durezza osso per un motivo pratico,
infatti, la smaltatura a durezza osso rende libero il ceramista di smaltare quando vuole, una volta che l'argilla si è essiccata può rimanere lì sullo scaffale ad aspettare,
se si sceglie di smaltare a durezza cuoio questa libertà non c'è più,
in questo caso comanda l'argilla che transita allo stato di durezza cuoio in un preciso momento e si deve smaltare in quel preciso momento.
Fatta la scelta ne viene di conseguenza un'altra:
l'argilla,
dividendo le argilla in due gruppi: 
le plastiche e le non plastiche;
le prime presentano un ritiro elevato e ottime caratteristiche meccaniche a secchezza osso, di solito contengono quantità importanti di ball clay (nelle formulazioni proposte da Hill la ball clay raggiunge il 40% del totale); di contro, smaltare pezzi realizzati con argille plastiche quando si trovano allo stato di durezza cuoio può dare qualche problema causato dalla loro tendenza ad assorbire molta acqua;
le argille non plastiche, invece, presentano un ritiro minore, assorbono meno acqua e sono più fragili allo stato di secchezza osso, quindi, 
sono più adatte alla smaltatura in fase di durezza cuoio.
In via del tutto generale, parlando di alte temperature,
di solito sono plastici le porcellane e alcuni tipi di grès;
altri gres e argille refrattarie tendono ad essere meno plastici.
Ognuno dei due metodi presenta qualche difficoltà:
l'argilla a secchezza osso è molto fragile ma si adatta bene agli smalti usati per i biscotti;
la durezza cuoio rende la smaltatura più semplice ma presenta qualche difficoltà in più nella formulazione corretta dello smalto (ai fini della compatibilità del ritiro argilla/smalto).
La prossima volta cercherò di fornire qualche dettaglio in più sui due metodi di lavoro.
1 Commento
Cristina
30/12/2022 07:01:11 pm

grazie.
siete fantastici!

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