Con questo capitolo chiudo, almeno per adesso, il ciclo sulla monocottura;
ci tornerò la prossima volta che ci capiterà di fare un'infornata a cottura singola provando a verificare quanto ho raccontato fin qui. Quindi, oggi i temi sono due: preparazione degli smalti e modalità di smaltatura. La preparazione, qui c'è poco da dire di più rispetto alle consuete procedure: miscela a secco dei componenti, diluizione in acqua, passaggio a setaccio; se, però, si volesse aggiunta la bentonite (post del 5 dicembre scorso) allora bisogna fare attenzione perché si possono formare dei piccoli fiocchi o filamenti grigi in sospensione sulla superficie dello smalto, per evitare questo problema si può operare in vari modi: - se lo smalto è ancora da preparare, allora conviene aggiungere anche la bentonite a secco prima di diluire il tutto in acqua; - se lo smalto è già pronto ma non c'è dentro la bentonite, allora, prima di aggiungerla conviene trattarla separatamente tenendola in ammollo in acqua per alcune ore, oppure, in alternativa, se non c'è tempo per aspettare che la bentonite si idrati, è possibile mescolarla in poca acqua con un minipimer. Infine, ripeto quanto già detto, la cosa principale è il contenuto d'acqua; perché l'argilla del pezzo assorba in fase di smaltatura la minor quantità d'acqua è importante che lo smalto sia denso, più denso possibile, compatibilmente con le modalità di applicazione e con lo spessore voluto; sicuramente più denso di quanto non sia quando, lo stesso smalto, è applicato sui biscotto. L'applicazione, in generale può avvenire in tutti i modi consueti: per immersione, versando lo smalto sul pezzo, a pennello, a spray; ho già parlato del momento per smaltare, se lo si fa a durezza cuoio è bene non anticipare troppo; lo spessore dipende dalle esigenze ed è condizionato dalle modalità di applicazione, è chiaro che la tecnica a spray consente l'applicazione di strati molto sottili che possono essere sovrapposti senza grossi problemi anche perché si asciugano rapidamente; l'immersione credo sia il modo più rischioso perché il pezzo appena smaltato assorbe acqua e diventa fragile, inoltre è più difficile controllare lo spessore; l'applicazione a pennello è una via di mezzo e, con un po' di pratica, consente più o meno le stesse cose dello spray. Quando dico, con un po' di pratica, non mi riferisco tanto alla mano che usa il pennello quanto a quella che intanto maneggia il pezzo. Per quanto riguarda lo spessore, poiché, molto spesso, gli smalti da monocottura contengono quantità importanti di componente argillosa (caolino, bentonite, terracotta, ball clay, ecc) lo spessore dello smalto umido può apparire maggiore di quanto realmente non sia a causa della tendenza delle argille a rigonfiare quando è imbevuta d'acqua. Infine, ripeto uno dei concetti principali della smaltatura di pezzi ancora crudi: smaltare un lato (interno/esterno) alla volta e aspettare che si asciughino completamente, parete del pezzo e smalto, prima di smaltare l'altro lato. Detto ciò, se qualcuno, avendo provato la monocottura o lavorandoci abitualmente, volesse condividere la propria esperienza può scrivere e raccontare.
1 Commento
Paola
28/7/2021 10:30:57 am
Buongiorno
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AutoriVesuvioLab Archivio
Ottobre 2023
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