Si tratta di un katakuchi cotto nel dicembre del 2013, lo ripropongo perché attinente la tema delle rocce naturali usate nella composizione degli smalti; non posso riprendere il vecchio post perché tutto ciò che ho pubblicato prima del giugno 2014 è andato perduto.
7 Comments
Ciao complimenti per il blog lo seguo con grande interesse perché adoro la ceramica giapponese, e devo dire che raramente ho trovato tanta passione e competenza.
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Cono9
7/4/2016 04:30:08 pm
Grazie per i complimenti.
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Francesco
8/4/2016 03:55:14 am
Complimenti meritati, se non é troppo disturbo un post é graditissimo, con la tua risposta mi hai ricordato la mia dolce mamma recentemente scomparsa a 90 anni, che mi raccontava come durante la seconda guerra mondiale, non avendo saponi, mia nonna (abitavano in via Pompeo Magno) lavava con la cenere di legna della cucina economica a legna, incredibile se ci pensi nel centro di Roma, ora con la tua risposta ho capito perché aveva un senso lavare la biancheria con la cenere.
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Cono9
8/4/2016 08:07:03 pm
Eh si, Francesco, tua nonna usava la liscivia. Credo che si tratti, dal punto di vista chimico, di idrossido di sodio e/o di potassio che, nel caso della cenere di legna, derivano dall'alto contenuto dei rispettivi carbonati.
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Francesco
9/4/2016 05:21:39 am
Ha ha mi sa che non hai bisogno della mia spinta per lavorare, ho visto che ti dai da fare di tuo.
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Una ciotola veramente bella.
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Francesco
9/4/2016 05:32:05 am
Confesso che anche io ho sempre avuto l'ambizione rendere gli smalti il più ripetibili possibile, probabilmente la formazione tecnica e il lavoro nei sistemi qualità in ambito dei processi industriali fanno il resto, e poi, le ambizioni alchimistiche che Cagliostro ci ha lasciato in eredità sono sempre presenti.
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