Il colore è spento e, soprattutto, lo smalto non è dato in modo corretto.
Si tratta di un rivestimento composto da due smalti sovrapposti con ricette molto simili. Quello rosso, che sta sotto, ovviamente contiene ossido di ferro, quello sovrapposto no. Le ricette sono entrambe a base di pomice di Lipari (Eolie) con aggiunta di cenere di legna e di caolino, anche questo proveniente da una cava dismessa dell'isola eoliana. Le proporzioni sono leggermente diverse tra i due smalti ma in entrambi c'è una forte prevalenza della pomice (70-80%). Il colore dello smalto che sta sopra avrebbe dovuto essere bianco ghiaccio e invece ha preso un tono grigio-verde e credo che ci sia poco da fare, evidentemente nella pomice ci sono impurità, basta una piccola percentuale di ferro e il colore, inevitabilmente vira. Questo è uno dei problemi fondamentali nell'utilizzo delle terre e rocce naturali; e va accettato. O meglio, va sfruttato. Sull'applicazione invece avrei dovuto essere più preciso per far trasparire le striature in modo uniforme, mentre nella ciotola più che di striature parlerei di chiazze. Qui si può fare meglio. Il colore dello smalto rosso va bene ma, anche qui, ci voleva una maggiore uniformità. Insomma, c’è da lavorare ma l’inizio è confortante. Per meglio chiarire cosa intendo per bianco ghiaccio e per striature uniformi metto a confronto la foto di un vaso rivestito con smalti le cui ricette sono le stesse utilizzate per la ciotola ma composti con materiali puri: feldspato, ball clay e carbonato di calcio.
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AutoriVesuvioLab Archivio
Ottobre 2023
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