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Smalti Karatsu

1/2/2015

11 Comments

 
Raccontare la storia della tradizione ceramica sviluppatasi intorno al villaggio di Karatsu è compito ancora al di sopra delle mie conoscenze;
è una storia interessante perché Karatsu, per la sua posizione geografica, di fatto è la porta del Giappone verso la Corea,
probabilmente molte delle innovazioni tecnologiche, dal tornio ai forni per le alte temperature fino agli smalti di cui parliamo, è arrivata in Giappone proprio passando di qui;
nel post di oggi parlerò solo della ricostruzione moderna dei tre tipici smalti usati nella ceramica di Karatsu;
la fonte è il testo "KARATSU WARE - A tradition of diversity" di Johanna Becker O.S.B. (Ed. Kodansha Internationale Ldt. 1986).
Immagine
Choseki e tenmoku con schizzi di ossido di ferro
Esistono tre smalti base:
uno lattiginoso, traslucido, feldspatico detto choseki;
un secondo, a base di cenere di paglia di riso, instabile e screziato è detto madara (screziato, appunto) o namako;
infine c'è il tenmoku.
In effetti si può semplificare ulteriormente considerando solo due smalti base: uno con maggiore percentuale di feldspato, rispetto agli altri ingredienti; l'altro con alta percentuale di silicio (cenere di paglia di riso). Il tenmoku si ricava aggiungendo ossido di ferro a uno dei due.
Tralascio, almeno per adesso, le modalità con cui i ceramisti di Karatsu usavano e usano questi smalti, ne parlerò poi, dedicando qualche post alle tecniche tradizionali di questo luogo.
Quindi, tornando agli smalti, ecco le ricette così come sono state ricostruite.
Bisogna tenere sempre presente che si tratta di ricostruzioni;, 
gli originali, infatti, contenevano materiali grezzi e differivano da luogo a luogo... 
un esempio per spiegarmi meglio: il feldspato che conosciamo oggi è un materiale raffinato, praticamente puro; all'epoca, il processo di produzione prevedeva la semplice macinazione della roccia originaria ma non la successiva raffinazione e, quindi, restavano dentro anche altre componenti (di fatto altri allumino-silicati). Inevitabilmente, questo fatto comporta che oggi dobbiamo compensare il contributo di quelle componenti che nel feldspato puro non sono più presenti con maggiori quantità di argilla.
L'argilla di cui si parla nelle ricette è, normalmente, la stessa con cui sono realizzati i pezzi. Noi, di solito, utilizziamo grès bianco macinato.
La terracotta non credo funzioni bene, sia perché abbasserebbe troppo la temperatura di maturazione, sia per l'apporto non desiderato di ossido di ferro.
Resta, comunque, sempre valido il principio della sperimentazione che ci consente di personalizzare e adattare alle nostre esigenze, oltre che alle nostre possibilità, l'esperienza maturata in altri luoghi da altri ceramisti.

Allora:
Choseki 
(lattiginoso, traslucido)
Feldspato                40
Argilla                     30
Cenere di legna        30
Picture
Il choseki matura tra cono 8 e cono 12. In ossidazione cuoce in giallo-bruno mentre in riduzione vira sul grigio-verdastro. La presenza di ossido di ferro sulla superficie dei pezzi (contenuto nell'argilla del corpo o nell'ingobbir, se c'è) favoriscono l'effetto lattiginoso e traslucido.
Incrementando la percentuale di cenere, oltre rendere lo smalto più opaco, si può favorire l'effetto di "sangunamento" dei disegni ad ossido di ferro sotto-smalto, mentre per fissarli e renderli netti si deve aumentare il contenuto di argilla.


Madara o Namako
(bianco opaco screziato)
Feldspato                     30
Argilla                          30
Cenere di legna             40
Cenere di paglia di riso  30
Immagine
L'alta percentuale di silicio rende questo smalto più refrattario del choseki, per questo si incrementa la componente di fondente aumentando la quantità di cenere di legna. Comunque la maturazione è compresa tra cono 9 e cono 12. La presenza consistente di silicio, nelle cotture in riduzione, può favorire la formazione di striature bluastre da cui l'effetto screziato che caratterizza questo smalto. Un'altra condizione, che sembra necessaria per ottenere le screziature, è la presenza di ferro sulla superficie rivestita (nell'argilla o, se presente, nell'ingobbir). 
Se la quantità di cenere dovesse essere maggiore, il colore dello smalto può virare sul verde pallido come un celadon annacquato.
Valgono, anche qui, le considerazioni fatte parlando dello smalto nuka,
in mancanza di cenere di paglia di riso si può ricorrere alla cenere di paglia o di erba oppure utilizzare direttamente il quarzo puro; ovviamente questi adattamenti richiedono la calibrazione delle percentuali.
Purtroppo la foto non rende giustizia allo smalto che, in realtà, presenta una puntinatura di colore azzurrognolo.


Tenmoku
Feldspato                40
Argilla                     30
Cenere di legna        30
Ossido di ferro         5 - 15
ImmagineChoseki su tenmoku di karatsu
Il tenmoku ricavato dal choseki è più fondente di quest'ultimo per l'azione dell'ossido di ferro, quindi, pur rimanendo nell'intervallo di maturazione tra cono 8 e cono 12, tende a produrre colature dove lo spessore è maggiore. Naturalmente, utilizzando come base il madara si rende lo smalto più refrattario. 
Il colore dipende sia dalla quantità di ossido di ferro che dall'atmosfera del forno: in ossidazione il colore tende ai toni dal bruno all'ambrato mentre in riduzione si vira verso il nero con sfumature rossastre dove lo spessore è più sottile (ad esempio sui bordi).
Nota, il tenmoku sulla tazza in foto è realizzato utilizzando come argilla una terra di Tolfa molto refrattaria (ricca di caolino) che conferisce un aspetto arido. Usando un grès la superficie diventa più lucida e vetrosa e il colte tende al nero.

11 Comments
Marcello Dolcini
26/2/2015 02:51:43 pm

grazie per la passione che mettete nel vostro lavoro di studio e nella sua divulgazione! Tutto questo ha un grande valore.

Reply
Marcello
10/5/2015 10:22:21 am

Ciao avrei qualche domanda su choseki:
che argilla avete usato nello smalto? Ball clay o altro?
la cottura è in riduzione giusto?
Il grès è bianco o rosso?
quelle macchie scure sul vaso sono dovute a un igobbio o sono solo l'effetto della riduzione?
grazie mille

Reply
Maurizio
12/5/2015 08:25:47 am

Normalmente utilizziamo lo stesso gres con cui realizziamo il pezzo.
Più spesso quello bianco per controllare meglio il colore ma non è poi così importante in questo tipo di smalti.
La cottura è in riduzione.
E' uno smalto molto sensibile allo spessore e al colore dell'argilla sottostante come puoi vedere dagli esempi riportati nel post.
Ci devi lavorare un po' su, comunque, quelli che ho visto a Karatsu erano prevalentemente bianco lattiginoso lucido o più aridi colore bianco panna a volte quasi beige
cerco qualche foto e te la mando
le macchie scure... credo tu ti riferisca all'iron stain, si tratta di ossido di ferro misto a titanio o colemanite, ti servono le formule?
fammi sapere
a presto
maurizio

Reply
Marcello Dolcini
11/9/2015 07:52:06 pm

Ciao Maurizio come va?
Ho provato la tua ricetta di choseki. Ci devo lavorare un po'.... Per quanto riguarda gli iron stain mi puoi dire come lo hai realizzato? è un ingobbio, sono colature di ferro e colemanite?
Mi piacerebbe approfondire il discorso. A me è venuto un grigio uniforme. Ti ringrazio molto
Marcello

Cono9
12/9/2015 12:09:10 pm

Ciao Marcello, tutto ok e tu?
purtroppo dovrai aspettare qualche giorno per la risposta completa perché sono in partenza. Scrivimi in privato per gli iron stain così quando torno ti rispondo e magari scrivo anche un post sull'argomento.
Sul grigio del karatsu che dire... le prime considerazioni che mi vengono in mente sono: il choseki è estremamente sensibile al colore dell'argilla sottostante ed allo spessore con cui è dato lo smalto; poi c'è da dire che tu lavori in ossidazione, mi pare, e questo incide in modo determinante sul colore; infine, non ti aspettare da questo smalto colori particolarmente vivi, non credo sia nella sua natura ma qui si apre un discorso che non sono sicuro di poter affrontare con piena competenza.
Se vuoi puoi mandarmi qualche foto e ne parliamo.
grazie per il contributo e a presto

Reply
Marcello
8/9/2016 10:10:49 am

Ciao Maurizio. Volevo chiederti se tu hai una copia del libro Karatsu ware - a tradition of diversity. Lo sto cercando in internet ma è molto costoso. Mi chiedevo se ne avessi una copia e fossi disponibile a fotocopiarmelo. Grazie mille, marcello

Reply
Marcello
8/9/2016 10:11:08 am

Ciao Maurizio. Volevo chiederti se tu hai una copia del libro Karatsu ware - a tradition of diversity. Lo sto cercando in internet ma è molto costoso. Mi chiedevo se ne avessi una copia e fossi disponibile a fotocopiarmelo. Grazie mille, marcello.

Reply
Marcello
8/9/2016 10:12:03 am

Ciao Maurizio. Volevo chiederti se tu hai una copia del libro Karatsu ware: a tradition of diversity. Lo sto cercando in internet ma è molto costoso. Mi chiedevo se ne avessi una copia e fossi disponibile a fotocopiarmelo. Grazie mille, marcello.

Reply
Maurizio
9/9/2016 10:03:10 pm

Ciao Marcello, no, mi spiace, ma nemmeno io ho acquistato questo libro anche perché è consultabile presso la biblioteca dell'Istituto di Cultura Giapponese qui a Roma. Tempo fa lo presi in prestito per tradurrne alcune parti. Tutto qui.
Se posso aiutarti... non so, per esempio se hai qualche domanda specifica, fammi sapere
saluti
maurizio

Reply
chiara link
26/10/2017 10:55:06 pm

ciaoooo vi ho scoperti ora... dopo anni di ceramica... grazie mille molto interessante e piacevole da leggere...come faccio a rimanere in contatto con voi? come funziona? cioè ogni tanto cerco io cono9 e guardo se hai scritto o...? ci siete su fb? grazie mille chiara

Reply
Cono9
28/10/2017 09:55:13 am

Buongiorno Chiara,
funziona così, ogni tanto qualcuno scrive, pone una questione, fa un commento e si chiacchiera.
Quasi sempre mi scrivono in privato ma tu fai come vuoi
Allora a presto

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